Zitto zitto, arriva il controllore unico europeo dei conti e delle riforme. Sarà un tedesco?

Di Redazione
09 Ottobre 2013
Con un'operazione passata sottotraccia, la Commissione europea sta per istituire una nuova figura che dovrà controllare i bilanci e lo stato di avanzamento delle riforme nei paesi membri

Secondo il Sole 24 Ore, «con un’operazione passata quasi del tutto inosservata nella riunione di ieri a Strasburgo, la Commissione europea rafforza il controllo non solo sulle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, ma anche sulle riforme istituzionali nazionali».
All’ordine del giorno dell’incontro, c’era «l’istituzione della figura di un direttore generale aggiunto del Servizio giuridico della Commissione, ufficio che ha il compito di verificare in via preventiva la coerenza di tutte le decisioni e di tutti gli atti» degli Stati membri.
E alla «nuova figura» sarà «affidato in via esclusiva il compito di coordinare quest’attività in materia di politiche economiche nazionali e di riforme istituzionali». Una sorta di controllore o revisore dei conti, insomma, con anche il compito di vigilare sulle riforme messe in cantiere dagli Stati membri dell’Unione europea.

SARÀ UN TEDESCO? Si tratta, più precisamente, continua il Sole, di «una sorta di battitore libero all’interno di una delle direzioni chiave dell’esecutivo comunitario che non ha un commissario ad hoc ma – proprio per la sua natura trasversale – risponde direttamente al presidente» della Commissione Josè Manuel Barroso.
Ufficialmente la scelta del nome non è ancora stata compiuta, ma spiega il quotidiano di Confindustria, «tutto lascia pensare che sia già stata individuata la persona che andrà ad occupare la nuova posizione». E «il tam tam che circola insistentemente» in queste ore è che «all’incarico è destinato il capo di gabinetto del presidente, il quale è un tedesco».

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1 commento

  1. francesco taddei

    da napolitano al cattolico mauro uniti al grido: più europa! e ora vi lamentate? il ppe non è certo l’erede di don sturzo, ma il braccio silente e operativo dell’eurocrazia che mira all’annullamento delle identità.

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