
Wikileaks svela i retroscena della liberazione del terrorista libico di Lockerbie
Il Foreign Office ha collaborato attivamente alle pressioni per ottenere la scarcerazione per motivi umanitari di Abdelbaset al-Megrahi, il libico condannato all’ergastolo per l’attentato di Lockerbie contro un volo della Pan Am che causò 270 morti nel 1988. L’ex responsabile della sicurezza dell’aviazione civile libica, nonché presunto agente segreto, fu liberato dal carcere scozzese di Greenock dove scontava la sua pena il 20 agosto 2009 perché, secondo i medici, non gli restavano più di tre mesi da vivere a causa di un tumore alla prostata. Da allora vive serenamente con moglie e figli nei pressi di Tripoli. Ora dispacci diplomatici intercettati da Wikileaks e trasmessi al quotidiano britannico Daily Telegraph gettano nuova luce sulla vicenda, confermando quanto era stato sospettato da tutti gli osservatori: che il libico fu liberato per tutelare gli interessi economici di Londra in Libia, e non per genuine motivazioni umanitarie.
Per tutta la durata della vicenda il governo britannico adottò la linea ufficiale che la liberazione di Megrahi dipendeva esclusivamente dalle decisioni delle autorità di Edimburgo, in forza della devoluzione di poteri alla Scozia. In realtà il Foreign Office stava fornendo assistenza a Tripoli per individuare il percorso attraverso cui si sarebbe arrivati alla liberazione del terrorista, e già era stato firmato un Accordo per il trasferimento di detenuti fra i due paesi che sarebbe potuto servire all’uopo; poi era arrivata la diagnosi di cancro a fornire una più ghiotta opportunità.
«I libici non hanno ancora inoltrato una richiesta formale per il rilascio di Megrahi per ragioni umanitarie, ma il governo britannico crede che gli scozzesi siano disponibili ad accettare la richiesta, quando ci sarà, in base a conversazioni fra il primo ministro scozzese Alex Salmond e il ministro della giustizia britannico Jack Straw», si legge in un dispaccio dell’ambasciata americana dell’ottobre 2008. «Anche se è consuetudine accordare scarcerazioni per ragioni umanitarie quando si presume che al detenuto non restino più di tre mesi di vita, questa non è una norma codificata dalla legge; perciò il rilascio, se viene deciso, può avvenire anche anticipatamente. Il governo britannico ha fatto sapere ai libici, alla nostra ambasciata e a tutti i media che non esprimerà alcuna posizione sulla liberazione anticipata di Megrahi, ma lascerà la decisione al governo scozzese. Allo stesso tempo, contatti all’interno del Foreign Office ci dicono che il governo britannico è irremovibile sul punto che, nonostante la devolution, è Londra che controlla la politica estera del regno Unito, e non il governo scozzese». Si attendono reazioni e commenti degli ex ministri laburisti del tempo.
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