
Wenxuan, morto in Cina a tre anni a causa del lockdown

«Mio figlio Wenxuan è stato ucciso indirettamente». Tuo Shilei, residente a Lanzhou, capoluogo della provincia nord-occidentale del Gansu, non accusa una persona di avere ucciso il suo bambino di tre anni. Ma un sistema. È la draconiana politica “zero Covid” ideata dal dittatore Xi Jinping e l’applicazione rigida del lockdown in città da parte dei funzionari del Partito comunista che il padre mette sotto accusa.
La tragica morte di Wenxuan in Cina
La morte di Wenxuan è stata una tragedia, certo, ma la sua vita poteva essere salvata. I quattro milioni di abitanti di Lanzhou sono in lockdown dall’inizio di ottobre. Martedì a mezzogiorno la moglie di Tuo ha azionato lo scaldabagno a gas per riscaldare l’acqua e la stanza, ma una fuga di gas ha fatto cadere svenuti la moglie e il figlio.
Tuo ha subito cercato di rianimarli, poi ha inviato un messaggio al comitato locale di gestione del Covid perché mandassero un’ambulanza. Subito dopo è corso al check-point Covid di fianco al suo condominio ma i funzionari hanno prima ignorato la sua richiesta, poi l’hanno trattenuto per informarsi se fosse in possesso di un tampone recente.
Le responsabilità del lockdown
Con l’aiuto dei vicini Tuo ha portato il figlio, che riusciva ancora a tenere gli occhi aperti, fuori di casa chiamando ripetutamente un’ambulanza e aspettando per oltre un’ora. Alla fine ha deciso di rompere le barriere che impedivano ai residenti di uscire e ha chiamato un taxi per portare personalmente suo figlio in ospedale.
La corsa verso l’ospedale, che distava solo dieci minuti da casa sua, è stata ulteriormente rallentata dai funzionari di un altro check-point Covid. Nonostante i tentativi dello staff medico di salvare la vita di Wenxuan, il bambino è morto alle 15.
«Mio figlio è stato ucciso indirettamente»
«Mio figlio è stato ucciso indirettamente», ha dichiarato Tuo all’agenzia Reuters dopo aver pubblicato la sua storia online, facendo esplodere di indignazione i social cinesi. «I funzionari ai check-point Covid non ci hanno aiutati, ignorandoci. È per questo che mio figlio è morto».
Quando il caso è diventato nazionale, Tuo è stato contattato da un funzionario in pensione della città di Lanzhou, che gli ha offerto 100 mila yuan (circa 13 mila euro) in cambio della firma su un documento per garantire che non avrebbe parlato del suo caso in pubblico né sporto denuncia.
La folle strategia “zero Covid”
Tuo ha rifiutato l’offerta ma mercoledì non ha potuto neanche partecipare all’esequie del figlio, che si sono svolte nella vicina città di Hezheng. Essendo sprovvisto di un tampone recente, infatti, Tuo temeva che le autorità comuniste l’avrebbero chiuso in quarantena.
Il piccolo Wenxuan non è l’unica vittima della folle applicazione della strategia zero Covid, che oltre a essere dannosa è anche inutile. Lanzhou è in lockdown da oltre un mese nonostante martedì, il giorno della tragedia, le autorità avessero registrato appena 51 casi asintomatici in una città di oltre 4 milioni di abitanti.
Le conseguenze della fedeltà assoluta a Xi
Ieri il Partito comunista di Lanzhou ha ordinato ai funzionari di essere più flessibili nell’applicazione delle restrizioni. Ma si tratta di un intervento che non avrà conseguenze perché l’unico criterio che seguono i funzionari comunisti è quello della fedeltà al leader supremo Xi Jinping. E il nuovo imperatore della Cina ha fatto della politica “zero Covid” il suo marchio di fabbrica.
Non ha alcuna importanza quanti Wenxuan siano già morti e quanti ne moriranno ancora. Come dichiarava profeticamente a Tempi il dissidente Zhou Fengsuo,
«il Partito comunista non ha mai avuto alcun interesse per le vite umane, non si è mai preoccupato dei cittadini perché non ha il problema di rispondere ai problemi della gente. I comunisti hanno creato un sistema perverso in cui chi è al potere non deve rispondere a nessuno. La politica “zero Covid” è stata una catastrofe per la vita dei cinesi e i funzionari locali hanno peggiorato la situazione. Hanno fatto a gara, a colpi di restrizioni e lockdown sempre più pesanti e irrazionali, per mostrarsi duri e inflessibili e così dimostrare la loro fedeltà a Xi Jinping».
Una fedeltà assoluta che è costata la vita al piccolo Wenxuan.
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