Meglio Bebe Vio del libro dei sogni della von der Leyen sull’Ue

Di Leone Grotti
15 Settembre 2021
Promesse mirabolanti su difesa comune e intelligence, omissioni imbarazzanti su lavoro forzato e Cina, abbagli preoccupanti sull'Afghanistan. Il discorso sullo stato dell'Unione della presidente tedesca è da dimenticare
Ursula von der Leyen durante il discorso al Parlamento Europeo sullo stato dell'Unione

Ursula von der Leyen durante il discorso al Parlamento Europeo sullo stato dell'Unione

Ha puntato tutto sui sogni Ursula von der Leyen nel discorso pronunciato stamattina davanti al Parlamento Ue sullo stato dell’Unione. Ecco perché la scelta di Bebe Vio come ospite d’onore e testimonial della rinascita europea è forse l’unica azzeccata dalla presidente della Commissione Europea. L’atleta, che ad aprile ha rischiato di morire e quest’estate ha vinto una medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Tokyo, «ce l’ha fatta» applicando il suo «credo: se sembra impossibile, allora può essere fatto». Resta da capire, però, se ce la farà anche l’Unione Europea e a sentir parlare la presidente ci sono molti dubbi.

Parole al vento su migranti e Cina

Davanti all’Europarlamento von der Leyen ha squadernato il libro dei sogni, senza però accennare minimamente a come realizzarli: ha rilanciato il suo Patto sulla migrazione e l’asilo, invitando «gli Stati membri ad accelerare questo percorso» sapendo però benissimo che quel Patto è già stato cestinato dai soliti noti ed è morto e sepolto.

Ha affermato che «i diritti umani non sono in vendita a nessun prezzo», forse dimenticando o omettendo per pudore che il suo paese, la Germania, ha fatto carte false per arrivare a chiudere un accordo commerciale con la Cina (Cai) che non richiede a Pechino di interrompere la pratica dello sfruttamento del lavoro forzato.

L’Ue finanzierà i talebani?

A proposito di diritti umani che non sono in vendita, ha garantito che «stiamo al fianco degli afghani», una promessa che guarda al futuro visto che al presente la realtà è che, seguendo gli Stati Uniti, non abbiamo fatto che abbandonarli alla mercé dei tagliagole talebani. Ha promesso subito «100 milioni di euro di aiuto umanitario per l’Afghanistan», senza però specificare come farà a far arrivare i soldi agli afghani senza passare dai terroristi islamici.

Finanziare il governo talebano in questo momento non sembra l’arma migliore per gestire la situazione dell’Afghanistan. Von der Leyen ha anche aggiunto che «aiuteremo gli afghani anche nei paesi vicini», ma, duole constatarlo, i paesi Ue hanno rifiutato la creazione di corridoi umanitari e per quanto riguarda aiutarli «nei paesi vicini» vale quanto dichiarato dall’ex ministro della Difesa Mario Mauro a Tempi pochi giorni fa:

«Cosa facciamo, diamo soli ai talebani perché oltre al danno ci sia anche la beffa? Perché possano rimpinguare le loro casse per mantenere nella prigionia e nella persecuzione molti degli abitanti? Oppure diamo soldi ai pakistani perché gestiscano campi profughi dove i talebani avranno libero accesso per mantenere in stato di terrore chi scappa dall’Afghanistan?».

Dalla von der Leyen solo chiacchiere

La presidente della Commissione Europea non ha accennato a come evitare questi problemi che sembrano insormontabili. Anche sui temi della difesa comune e della collaborazione dell’intelligence degli Stati membri, von der Leyen ha invocato unità e nuovi traguardi, ma questi obiettivi esistono da decenni. Il punto è come superare i problemi politici, ad esempio il protagonismo francese, e culturali (l’Europa è pronta a tornare a fare la guerra?) ma neanche una parola è stata spesa su questo.

Per quanto riguarda poi il clima, le donne, la pandemia e il Recovery Plan vale quanto abbiamo già scritto guardando il video pubblicato dalla Commissione per anticipare i temi del discorso della von der Leyen: bellissime parole, poca sostanza. Ecco perché la parte migliore della mattinata è stato l’applauso a Bebe Vio: lei il suo sogno, con determinazione e coraggio, l’ha raggiunto. L’Unione Europea è lontana anni luce dal farlo e chi doveva indicare la strada, la presidente della Commissione Europea appunto, si è guardata bene dal farlo.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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