«Vogliono introdurre nella Costituzione dell’Egitto il taglio delle mani e la lapidazione»

Di Leone Grotti
26 Luglio 2012
Intervista a p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana: «Vogliono introdurre le leggi islamiche. Dopo un mese Morsi ha dimostrato di essere incapace».

«La Costituzione dell’Egitto è in pericolo: i salafiti vogliono cambiarla per inserire leggi come il taglio delle mani per chi ruba o la lapidazione». È preoccupato padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, per quanto riguarda il dibattito sulla modifica della Costituzione che sta andando avanti nell’Assemblea costituente egiziana in queste settimane. Gli estremisti islamici vogliono fare due modifiche principali agli articoli 2 e 3 della Costituzione ma i cristiani si oppongono, come spiega il portavoce cattolico a tempi.it.

Che cosa dice l’articolo 2 e come vogliono modificarlo i salafiti?
Stabilisce che la principale fonte del diritto egiziano sono i principi della legge islamica. I salafiti vogliono invece sostituire i principi con le leggi della sharia e stanno facendo enormi pressioni per ratificare questa modifica. Che sarebbe sostanziale: perché introdurrebbe il taglio delle mani come pena per chi ruba e la lapidazione, ad esempio. Qui si va molto più in là dei “principi”.

Voi cattolici cosa chiedete?
Che l’articolo 2 della Costituzione non venga modificato rispetto alla formulazione attuale e rimanga tale e quale. Tutti, tranne gli estremisti islamici, sono contrari alla modifica. Poi ci sono altre modifiche che vogliono fare ma sono problemi difficili da capire per chi non è egiziano perché riguardano la lingua araba.

Per quanto riguarda l’articolo 3?
Anche qui un’eventuale modifica sarebbe grave: l’articolo sancisce che la sovranità in Egitto spetta al popolo. I salafiti vogliono cambiarlo e scrivere che spetta non al popolo, ma ad Allah. Questo è inaccettabile perché l’Egitto è una democrazia, non una teocrazia.

I Fratelli Musulmani come si collocano nel dibattito?
I Fratelli Musulmani non vogliono entrare nei dettagli, non vogliono che nella società se ne parli. Mentre i salafiti fanno pressione e le chiese cercano fortemente di difendere l’attuale Costituzione e il principio secondo cui l’Egitto è uno stato civile e laico, non teocratico, loro non si espongono. Questa è la situazione fino ad oggi.

Domani davanti alla Cattedrale copta a Abbasiya è prevista una protesta di cristiani copti.
Bene, la protesta è giusta perché la gente deve sapere che noi non siamo felici e non vogliamo cambiare la Costituzione. Ci sono anche altre persone che vivono in Egitto, non solo i salafiti.

È passato un mese dall’elezione a presidente di Mohamed Morsi, dei Fratelli Musulmani. Come ha lavorato fino ad ora?
Non siamo assolutamente soddisfatti. Non ha fatto niente, non ha neanche scelto i nomi dei ministri a cui vuole affidare le leggi per riformare il paese. Questo dimostra che i Fratelli Musulmani non sono affatto pronti a governare questo paese, al contrario di quanto vanno avanti a dire da mesi.

Pochi giorni fa però ha nominato il primo ministro e il suo vice, rispettivamente Hisham Kandli e Khairat al-Shater. Chi sono?
Il primo ministro eletto è uno sconosciuto, non ha nessun titolo per svolgere il suo ruolo. Si sa solo che è un islamico poco moderato e che è esperto di irrigazione e acque. Conosce bene i problemi del Nilo. Ma è giovane, ha 50 anni, non ha esperienza politica e non ha nessun titolo per fare il primo ministro. L’altro è un noto esponente dei Fratelli Musulmani. Queste due nomine non sono quello che gli egiziani si aspettavano, i Fratelli Musulmani cercano di occupare tutti i posti di potere, ma avevano promesso altro. È anche vero che nessuno vorrebbe essere primo ministro con i Fratelli Musulmani, perché loro sono troppo islamici e non dicono mai la verità: annunciano una cosa ma poi ne fanno un’altra.

Cosa vi aspettate per i prossimi mesi?
Quello che ci aspettiamo non è quello che farà il governo. Ci aspettiamo che si prendano cura dei poveri, dei senza tetto, dei disoccupati e degli enormi problemi economici del paese, ma loro non sono in grado di farlo e quindi non faranno niente: non hanno un vero programma da applicare.

E quello con cui hanno vinto le elezioni?
Sono solo parole, in sostanza non sanno né che cosa fare né come farlo.

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Mappo

    Per come si comportano i vincitori delle elezioni in Egitto più che Fratelli Mussulmani sembrano grillini italiani.

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