Ordinanze di custodia segrete fino al processo: la piccola, grande rivoluzione di Costa (Azione) appoggiata dal centrodestra. La sinistra si scandalizza, ma pure la Boccassini era contro le intercettazioni sui giornali
La protesta dei giornalisti di Articolo 21 all'esterno del tribunale 5 novembre 2015 a Roma (Ansa)
È proprio il caso di dirlo: a mali estremi, estremi rimedi. Per decenni l’uso strumentale e mediatico degli atti giudiziari ha avvelenato la vita politica, e l’informazione stessa. Troppe volte è accaduto che la sola notizia di un arresto, assieme alle intercettazioni e agli interrogatori, siano stati trasformati indebitamente in condanna preventiva e gogna mediatica. E tutto questo quando ancora un processo vero e proprio, in tribunale, non era mai iniziato.
Ebbene, l'altro giorno il Parlamento italiano ha finalmente deciso che tutto questo non è (più) tollerabile. E ha stabilito che il contenuto di ogni ordinanza di custodia cautelare - cioè l’atto con cui un giudice delle indagini preliminari dispone l’arresto di un indagato su richiesta del Pubblico ministero - debba restare segreto fino all’inizio del vero procedimento penale.
È accaduto, insomma, che la Camera abbia detto sì a una proposta di modifica proposta di Enrico Costa, avvocato penalista e deputato di Azione, noto per le...