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La vittoria sul ddl Zan non è che l’inizio (della prossima sconfitta)

Di Marco Invernizzi
17 Novembre 2021
Il punto non è la protervia del Pd o rimpiangere il dialogo mancato, ma dire pubblicamente che una legge sull’omofobia non serve e non essere culturalmente subalterni
Protesta per lo stop al ddl Zan
Protesta a Napoli dopo lo stop al ddl Zan sull’omofobia, 30 ottobre 2021 (foto Ansa)

Leggendo i giornali dei giorni successivi alla felice “morte” del disegno di legge sull’omofobia mi è venuto meno l’entusiasmo per quanto accaduto. Per i giornali di centrodestra sembra che si sia verificata una vittoria politica di un partito, o meglio della coalizione di centrodestra finalmente unita, oppure la sconfitta di Enrico Letta e del suo tentativo di costruire un nuovo Ulivo (editoriale del Giornale del 28 ottobre). Per Avvenire (editoriale del 28 ottobre) invece sembra che la prima preoccupazione sia di riannodare il dialogo con la parte sconfitta, al fine di predisporre una nuova legge che non preveda quelle parti del ddl Zan che lo hanno portato alla sconfitta in Senato. Per quanto riguarda le tante realtà del mondo pro-life, giustamente contente per il risultato, alcune di loro sembrano soprattutto preoccupate di intestarsi la vittoria.
Abbiamo ottenuto una vittoria, certamente, ma stiamo perdendo la battaglia culturale. Abbiamo fermato, grazie al voto dei sena...

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