Villas Boas al Tottenham, Redknapp a spasso

La foto del faccione sorridente di André Villas Boas a fianco del galletto del Tottenham sta facendo il giro di tanti siti sportivi: l’ex-tecnico del Chelsea è rimasto ad allenare a Londra, e ieri è stato assunto alla guida degli Spurs. Mossa coraggiosa quella del presidente Daniel Levy, sulla quale si sprecano gli incroci calcistici: il club londinese cerca il rilancio dopo una stagione eccellente, ma conclusasi in un quarto posto forse troppo amaro, che ha significato la retrocessione in Europa League per lasciare spazio in Champions al Chelsea campione d’Europa. Quel Chelsea che pareva destinato a vedere la coppa col binocolo nei mesi in cui era allenato proprio da lui, Villas Boas. E la sua posizione si è fatta ancora più critica dopo che Di Matteo è riuscito a rimettere insieme i cocci di quella squadra distrutta dal lavoro dello Special Two, infondere fiducia a tutto l’ambiente Blues e portare il club di Abramovich sul tetto d’Europa. Ci vuole coraggio quindi per provare a scommettere su un tecnico così: i primi mesi di Premier stabiliranno se la scelta di Levy è stata temeraria o insensata.

Ma mentre AVB inizia a organizzare il mercato (vorrebbe il connazionale Joao Mutinho per sostituire il probabile partente Luka Modric), resta senza squadra uno degli allenatori che più ha stupito in questi anni di Premier: Harry Redknapp. Da febbraio a maggio pareva il più quotato per diventare ct della Nazionale, ma alla fine i Three Lions preferirono Roy Hodgson; a metà giugno poi il comunicato stampa a sorpresa: Redknapp non allenerà più gli Spurs. Difficile capire le ragioni di questo divorzio: che non siano piaciute alla dirigenza le sue accondiscendenze alle proposte della Nazionale? O forse gli è stata fatale la mancata qualificazione in Champions? O ancora, dice qualcuno, quel suo procuratore così inviso al presidente Levy? Fatto sta che Harry è a spasso.

Personaggio estremamente popolare in Inghilterra (tiene sul Sun una rubrica molto letta), proviene da una famiglia londinese che tanto ha dato e ricevuto dal calcio. Harry da giovane è stato un discreto giocatore di West Ham e Bournemouth, mentre suo figlio Jamie è stato una bandiera del Liverpool degli anni Novanta, con anche qualche presenza in Nazionale. Non solo, sua moglie Sandra ha una sorella gemella che è sposata con Frank Lampard Senior, ex-talento del West Ham e padre dell’omonimo centrocampista del Chelsea. “Super Frankie” deve molto allo zio: Harry allenava gli Hammers negli anni Novanta quando promosse il nipote dalle giovanili alla prima squadra, insieme ad alcuni talenti in erba diventati poi celebri (Joe Cole, Rio Ferdinand, Michael Carrick).

Ma le imprese che sicuramente hanno segnato la carriera di Redknapp sono arrivate nel nuovo millennio: la prima è la vittoria in FA Cup col piccolo Portsmouth, nel 2008. Il gol con cui Kanu liquidò il Cardiff nella finale di Wembley fu la chiusura migliore dei tre anni di Arry coi Pompey, iniziati in Championship e conclusi con la qualificazione per la Coppa Uefa. La seconda impresa sono invece le belle stagioni regalate negli ultimi anni col Tottenham. Redknapp è arrivato nell’estate 2008 a White Hart Lane, ereditando da Juande Ramos un gruppo allenato disastrosamente: eternamente innamorato del calcio, si è messo al lavoro con zelo e scrupolosità, valorizzando al meglio gli ottimi acquisti regalatigli dalla dirigenza, e sfruttando tanti giovani talenti (Bale e Walker su tutti). Così sono arrivati successi e qualificazioni alle coppe europee (Inter e Milan lo sanno bene: entrambe dovettero patire il gioco degli Spurs nella Champions 2010-11). Gli scorsi mesi, prima del netto calo che ha pregiudicato il terzo posto, il Tottenham pareva l’unica squadra in grado di tenere il passo dei due Manchester, e da tanti era applaudita come miglior espressione calcistica dell’isola. Poi l’incantesimo si è rotto, e alla fine il club non è riuscito ad andare oltre il quarto posto.

Ma il fatto che Redknapp sia rimasto senza squadra apre alcuni interrogativi, specie dopo la magra figura rimediata dalla Nazionale inglese all’Europeo. Certo, non si può dare la colpa ad Hodgson (che nel poco tempo che ha avuto ha fatto il massimo di lavoro), ma è chiaro che le perplessità con cui si guardava alla nomina a Ct dell’ex-tecnico dell’Inter ora si vadano riacutizzandosi. Allora, forse, Harry potrebbe tornare utile. Senza squadra, spesso vincente, molto popolare. What else?
colpodireni.wordpress.com

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