
Vignali: «Mettere mano alle pensioni serve ad aiutare i giovani»
«Affrontare il nodo delle pensioni per ridurre il debito pubblico significa intervenire a favore delle nuove generazioni. Il debito, infatti, viene acceso oggi ma lo paga chi verrà domani, quindi ridurre il debito è la priorità». Raffaello Vignali, vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera, spiega a Radio Tempi come il Pdl potrà trovare l’accordo sulle pensioni con la Lega e perché il tesseramento è fondamentale per ripartire.
C’è conflitto tra Berlusconi e la Lega, che si oppone all’ipotesi di alzare a 67 anni l’età pensionabile.
Affrontare il nodo delle pensioni per ridurre il debito pubblico significa intervenire a favore delle nuove generazioni. Infatti il debito viene acceso oggi ma lo paga chi verrà domani, quindi ridurre il debito è la priorità. Per rispondere alla domanda: se la finalità è far quadrare i conti pubblici nell’immediato, la Lega ha difficoltà ad accettarlo, ma se riusciremo a spiegare che intervenire sulle pensioni ha come scopo la riduzione del debito e la realizzazione di una riforma strutturale che consenta all’Italia di restare in seria A in Europa e nel mondo, credo che la Lega possa capire.
Secondo il Giornale il tesseramento è un errore, un richiamo alla vecchia politica. Per Formigoni, invece, è positivo perché consente di ripartire dalla base. Che cosa ne pensa?
Il Pdl sta affrontando la sfida di diventare un partito moderno e solido. Per farlo, bisogna partire dalla partecipazione popolare. Si può essere contro la politica ma si deve sapere che quando non è la politica a comandare, sono altri poteri, per nulla democratici, a gestire le cose. Un partito non è proprietà dei vertici ma degli aderenti e riguarda la vita del popolo.
On. Vignali, lei è il primo firmatario dello Statuto delle Imprese, che sta per vedere la luce. Ci spiega che cos’è?
E’ un disegno di legge che contiamo di chiudere definitivamente alla Camera in due, massimo tre settimane, che mira a creare un ambiente favorevole per le piccole e medie imprese, che è la prima condizione per la crescita. Bisogna intervenire sulla burocrazia, innanzitutto, togliendo quei vincoli che impediscono di crescere. Lo sviluppo non si ottiene, infatti, solo con gli dando incentivi economici, come crede la sinistra, perché se c’è l’incentivo ma è impossibile produrre lo sviluppo si blocca. Cosa me ne faccio dell’incentivo se anziché in trenta giorni come dice la legge, un permesso arriva in sette anni?
Come sono andate la stesura del testo e le votazioni alle Camere?
Abbiamo avuto pieno sostegno in primis del Pdl e degli alleati della maggioranza, ma anche delle opposizioni. Sia il 15 marzo alla Camera che settimana scorsa al Senato lo Statuto è stato approvato all’unanimità: neanche un voto contrario e nessun astenuto. Un record.
Può aver influito positivamente il fatto che la proposta sia nata dall’esperienza del gruppo interparlamentare per la sussidiarietà?
Lo Statuto delle imprese nasce per risolvere i veri problemi delle imprese, sui quali concordiamo tutti. Ma certamente il sostegno dell’Intergruppo per la sussidiarietà ha focalizzato l’interesse di tutte le forse politiche.
Ascolta l’intervista a Raffaello Vignali
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