Tremende bazzecole

Vietano di guardare l’eclissi mentre impongono le lezioni di sessualità

L'Italia si ferma per ammirare l'eclissi di SoleArticolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Pare proprio che dopo la luce verrà la misericordia. In attesa del Giubileo straordinario dedicato alla misericordia, l’Onu ha ritenuto che il 2015 sia l’ideale per celebrare l’anno internazionale della luce, per alcune importanti ricorrenze: i primi lavori di Fresnel sulle onde luminose (1815), l’elettromagnetismo di Maxwell (1865), la teoria della relatività di Einstein (1915). La Nasa ha accompagnato le celebrazioni diffondendo alcune bellissime foto dell’universo fatte dal telescopio Chandra.

Nel nostro piccolo, l’eclissi parziale di sole del 20 marzo era senz’altro una bella occasione didattica; il Comune della mia città ha diffuso una circolare con indicazioni certosine per l’osservazione del fenomeno, a causa del pericolo di procurare danni permanenti alla vista dei bambini. E certi presidi hanno preferito perciò vietare ufficialmente ogni attività scolastica sull’eclissi e alcuni genitori, che hanno fatto uscire i bambini per portarli autonomamente a osservare il sole adombrato, sono stati bacchettati per comportamento irrispettoso delle norme. A Londra il divieto di osservare l’eclissi in una scuola elementare è stato emanato per motivi religiosi e culturali, non ulteriormente specificati.

D’accordo, non c’è da stracciarsi le vesti per non aver visto l’eclissi, ma posso immaginare che i signori Fresnel, Maxwell e Einstein sarebbero stati i capofila in una gita di studenti dal comportamento irrispettoso? Il bambino imposta correttamente il percorso della conoscenza; scostando le tende di casa, se vede la luna in cielo la saluta. Lo fece anche Leopardi. E i grandi scienziati non hanno fatto altro che procedere spediti sulla strada maestra di questo dialogo con la Natura, a testa alta verso la volta celeste.

Pecco forse di malafede, ma intravedo segni che paiono, invece, far chinare la testa ai nostri figli. Se, infatti, si tratta di esplorare il mondo sotto l’ombelico, nessun divieto si mostra all’orizzonte. Anzi il contrario. Sul Giornale si è parlato del caso di due genitori di Piacenza che non hanno potuto chiedere l’esonero del proprio figlio da un’attività extracurricolare sulla sessualità. A tema non c’era altro che autoerotismo, stereotipo familiare tradizionale, gravidanze indesiderate e corretto uso dei preservativi. Cosa hanno fatto questi genitori? Non hanno impedito lo svolgimento del corso, hanno solo chiesto l’esonero del proprio figlio. Ma se lo sono visti negare per «un vuoto legislativo». Immagino cosa accadrebbe se, per un motivo simile, qualcuno si trovasse a non poter essere esonerato dall’ora di religione!

Ripeto, il bambino imposta correttamente il percorso della conoscenza e, nei momenti più strani, se ne esce chiedendoti: «Come nascono i bambini?». Non percepisce la sessualità come un tabù, bensì come un mistero legato alla meraviglia della vita. E noi gli rispondiamo dicendo che il suo corpo è un grande luna park, dove – con le dovute precauzioni – si può divertire un sacco. Da solo o in compagnia. Con tutte le sfumature di grigio che vuole.

Sì, forse ha proprio senso partire dalla luce e poi passare alla misericordia: prima bisogna snebbiare la vista, e poi aiutarci, come dice il Papa, a guardare oltre i nostri molti travisamenti, per recuperare il cuore sincero della nostra piena umanità.

@AlisaTeggi

Foto Ansa

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12 commenti

  1. Nino

    Mi ero preoccupato … 🙂

  2. Emanuele

    Anche nel mio comune è stato vietato sia far vedere sia parlare dell’eclissi a scuola. .. per fortuna mia figlia è alla materna e la mamma ha provveduto a portarla ai giardini, supplendo al ruolo educativo mancato della scuola. ..

    Dotazione, un vetrino da saldatore con filtro UV del costo di pochi euro… è un po’ di buon senso evitando di guardare il sole troppo a lungo.

    Risultato un bel disegno con il sole a metà ed un razzo in partenza (con due donne a bordo! …mia figlia va dalle suore!)… “babbo, guarda ho disegnato due pilote che vanno ad esplorare lo spazio!”

    1. saint-juste

      Ti e’ andata bene, pensa se avesse disegnato i 2 piloti, uno con la faccia di renzi e l’altro con la faccia di del Rio…magari mentre si fanno un selfi.

  3. Nino

    Un paio di osservazioni: intanto l’articolo è incompleto, i due genitori di Piacenza (Fonte: “Il giornale”) hanno ottenuto l’esonero del loro figlio che infatti non sta seguendo le ore di «educazione alla sessualità e all’affettività». Ho letto che hanno dovuto penare e che questo è legato (a detta della preside) ad un vuoto normativo. Io ritengo che, esattamente come per la religione, attività di questo tipo debbano essere facoltative.

    Ma è anche bene che vengano proposte ed effettuate. Sappiamo bene quanto l’argomento “educazione sessuale” sia spesso un tabù a casa, per cui i ragazzi finiscono per imparare (bene, o molto più spesso male) dai compagni più grandi, o semplicemente più svegli. Qui si sta parlando di ragazzi (e non bambini) di terza media, cioè di 13-14 anni, che comunque stanno scoprendo la loro sessualità, e se ricevono delle informazioni valide, nei modi opportuni (anche sull’uso del preservativo e sui modi di evitare gravidanze indesiderate ma anche malattie veneree) male non fa.

    Sono certo che il ragazzo allontanato saprà come restare informato su quanto verrà detto ai suoi compagni di classe.

    1. Paolo

      Quando ciò che è secondario (la fisicità) viene messo al primo posto, non solo si perde ciò che viene prima(la ragione), ma anche ciò che è secondario. Più precisamente, quando si hanno in gioco beni più nobili e altri meno importanti, oppure fini ultimi e prossimi, allorquando ponessimo al primo posto, davanti ai beni più grandi, come i valori per cui vivere, ciò che ha meno valore, come la sopravvivenza fisica, o la riduzione del danno da mallattie trasmissibili, allora ci troveremmo a perdere non solo i beni più elevati, i valori, ma anche i beni inferiori che avevamo idolatrato . . .La società che non spera, non crede in nessun altro bene ulteriore rispetto alla mera sopravvivenza, al benessere psicofisico, è destinata a perire.
      Bene, permettimi (mi direbbe lei, Nino) se posso, di indossare per un minuto le vesti del filosofo, di rimando al profeta che palesi così sfacciatamente. Anche se tu avessi ragione, e il riduzionismo(il dare importanza al benessere, alla corporeità, al piacere rispetto alla virtù, all’innocenza, ai valori della tradizione) risultasse disastroso, tutto ciò non proverebbe ancora la sua falsità…
      E’ vero, ti risponderei, ma anche se non si potesse provare la sua verità con un argomento cogente, il fatto che quest’idea mi rende infelice, depravato, frivolo, disperato o defunto è certo un buon motivo per non porvi credito!
      Devo ammetterlo (è ancora il dialogo con Nino- è il suo turno-che continua, per brevità da me interpretato). Si tratta di un principio effettivamente molto concreto. Ma non hai affatto dimostrato che il riduzionismo abbia questi esiti.
      Di che prova hai bisogno?
      Nino: Non una prova logica, ma empirica.
      Bene, risponderei( ma lo faccio solo per mancanza di tempo-mio) ma, non c’è assolutamente nessuna certezza empirica raggiungibile prima del compimento dell’evento. Ma si può prevedere una probabilità molto elevata. Finora, nessuna società che abbia abbracciato, lungo il corso della storia umana conosciuta, la tua filosofia ‒ la filosofia della modernità, il relativismo e il riduzionismo ‒ è mai sopravvissuta a lungo. Permettimi adesso di mettere in relazione le premesse dell’argomento: il riduzionismo trova il suo sbocco naturale nel relativismo morale. Tutte le società che hanno creduto in certi assoluti morali hanno avuto una longevità storica cospicua ‒ sia in termini temporali che di qualità di vita. Il riduzionismo elimina tutti gli assoluti della moralità. Ergo, il riduzionismo estingue con molta probabilità le società (quelle occidentali, e le loro colonie)che si appoggiano su di esso.
      Nino: Come hai detto, chi vivrà vedrà. Nel frattempo qui da noi le cose per ora non vanno ( e non andranno-vedi le lotte per i diritti civili, l’omofobia, il gender, l’aborto a la demande, le non discriminazioni- …non si stanno mettendo poi così male!

      Ooopss! Nino, dimentichi che ci troviamo in un’isola. Una zona franca dove abita la bellezza e il divertimento, circondata da un mondo morente. Un posto di vacanza momentaneo. Uno spazio virtuale. Una parabola della società moderna.

      Nino: Fanatico. Ero convinto di poter vivere in spiaggia per sempre. In alternativa, vita natural durante, qualunque cosa capiti.

      1. Nino

        Mi dispiace Paolo, ma temo di non essere così colto (o così filosofo) da capire il senso della tua risposta.

        Se però vuoi dire che la scuola deve insegnare per prima valori importanti (e non solo come evitare le MST) come posso non essere d’accordo? Ma la una cosa non esclude l’altra, e mentre si insegnano i valori importanti, non si possono chiudere gli occhi e pensare che tutti seguiranno gli insegnamenti e quindi non c’è bisogno di altro.

        E’ come insegnare ad un acrobata a fare evoluzioni sul trapezio e non stendere sotto di lui la rete con cui ammortizzare la caduta nel caso in cui perda la presa.

        1. paolo

          continuo un dialogo immaginario, per accelerare un pò la cottura della…carne al fuoco:
          La mia obiezione al tuo argomento non consiste nel rigettare il principio che le conseguenze sono perlomeno un buon termometro, un indizio della bontà delle proprie affermazioni. Accolgo il principio che le ‟idee hanno conseguenze” e che dovremmo giudicare le idee sia per i loro effetti pratici, tanto quanto per la loro logica ed evidenza.
          Vuoi che ti dica qual è per me la conseguenza del relativismo?

          Nino: Qual’ è?

          – La tolleranza.

          Nino: Allora sei d’accordo con me?

          – No. Voglio dire la tolleranza del male, non delle opinioni o delle persone.
          La conseguenza del relativismo morale è la rimozione della deterrenza.
          E che, come le conseguenze dell’assolutismo morale, della verità morale, della vita buona, gli effetti di ‟ fare sempre il bene” consistono nel ‒ fare e insegnare la cosa giusta; così le conseguenze del relativismo morale, gli effetti ‟di fare ciò che ti senti” consistono nel ‒ fare qualunque cosa sembri buona. Non serve essere dei filosofi per capirlo.
          E’ una questione decisiva. Non è evidente? Ogni atto cattivo appare sempre come un bene; ecco perché lo compiamo! Se il peccato non si presentasse seducente come un divertimento, saremmo tutti santi!

          Nino: Quindi il relativismo è padre dei peccatori, e l’assolutismo dei giusti. È questo il tuo argomento?

          – Sì!
          Nino:Eppure molti peccatori hanno professato l’assolutismo.

          – Ma neppure un santo è stato un relativista morale.
          La stessa logica vale per le società. Nessuna società santa è mai stata fondata sul relativismo morale. Paragona quelle fondate sui principi del relativismo morale, come Mussolini e Mao, con quelle fondate sui principi dell’assolutismo morale, come Mosè o Maometto. Fa un paragone tra loro sia in termini di quantità di vita che di qualità di vita; voglio dire di longevità, come pure di stabilità, pace e felicità.

          Nino:Ma non abbiamo ancora visto abbastanza società convinte del loro relativismo morale. Si tratta più di una prospettiva, per quanto sembri accattivante…
          -No. Ne abbiamo viste anche troppo! Quelle che abbiamo visto nel novecento non sono state tutte omicide, bugiarde, orribili, effimere?

          Nino:Vuoi dire che l’occidente è così orribile?

          – Non ancora.

          Nino: Stai adesso appoggiando il tuo argomento su una ispirazione profetica, giunta alle tue orecchie nella settimana santa?

          -Non come premessa. Ma la conclusione assomiglia molto ad una profezia, un avvertimento

          Nino: E quale sarebbe il messaggio, O profeta?

          Che il relativismo morale, ossia il considerare tutte le verità, e, quello che più importa, quelle morali, che invitano alla virtù, alla fedeltà, non all’impudicizia, al coraggio, non alla fuga dal dolore, alla giustizia, non al capriccio…delle finzioni, e quindi equivalenti, è una bugia, una bolla gigantesca propagandata a tutto spiano dai media, da tutti i media, tranne questa testata e poche altre.

          Ti ringrazio, Nino, perchè mi hai permesso di scoprire l’entimema, ciò che è nascosto nel pensiero unico dominante. Naturalmente ci sono infinite ragioni teologiche e mistiche che rigettano la falsità della rivoluzione sessuale, di questa ribellione al compimento del desiderio voluto dal Signore.
          Ma ci sono anche buone ragioni “laiche”, di cui ho dato, per mancanza di tempo e capacità, solo un accenno, appoggiandomi alla… tradizione.

          1. Nino

            mi ripeto … non sono abbastanza colto per le tue argomentazioni, per cui non le capisco ed alzo le mani. D’altronde, da sempre c’è chi sa di possedere la Verità assoluta

          2. giovanna

            Dalle stelle alle stalle !
            Tu ci hai provato Paolo, come ci hanno provato in tanti, ma l’untuoso Nino al di là della propaganda gender (su cui tenta di far vittime sono soprattutto tra minori e giovanissimi, persino sui commenti di Tempi !) non ce la fa proprio !
            Non si può cavare il sangue dalle rape !
            E d’altronde un propagandista gay non ha bisogno né di studio, né di essere colto, né di avere alcuna apertura mentale : quando sa copia-incollare da tutti i siti gay del mondo, ha già fatto il 99% del suo sporco lavoro !

          3. Paolo

            Nino, non cogli? La religione “laica” occidentale ti vuol dare sicurezza e comfort, invece di provocare uno shock e scandalizzare.

            Nino: Preferisci lo shock e gli scandali?

            – Non è una questione di preferenze personali. E’ nella natura delle cose. Osserva, sto solo facendo l’analisi logica e sono realista. Se stiamo per affondare nelle sabbie mobili, sarà impossibile uscire utilizzando le proprie fibbie degli stivali. Una religione umanitaria, quella della cultura dominante, che sta estrudendo Dio dai media, dalle scuole, dagli ospedali… fatta a misura d’uomo è incapace di sollevarlo di un centimetro. Se la religione è nostra, la infettiamo con i nostri microbi; quando si tratterà allora di incidere la piaga, provocheremo una sovra infezione. E’ come cercare di pungere l’ascesso con un ago di nostra invenzione, ma è il nostro ago, foriero di altri microbi. Pertanto, dal momento che stiamo per praticare una iniezione di religione fatta a nostra misura, ci infettiamo maggiormente.

            Nino: Le religioni, per te, secolari o laiche, sono o no una costruzione umana?

            – Molte lo sono. Non vedi i risultati?

            Nino: Che risultati?

            -Una parola? Babele.

            Nino: La storia della Torre di Babele?

            -Sì. Babele, Babilonia, Baal, il paganesimo, il neopaganesimo, gli dei fatti a nostra immagine. Tutto cospira alla fine per il medesimo risultato, la stessa e medesima cosa.

            Nino: Che risultato?

            -Leggi il Genesi, al capitolo 10. La storia della Torre di Babele. Deve cadere, ma poi viene Abramo.

            Nino: Abramo?

            -Abramo, colui che Dio ha scelto. All’inizio è l’uomo che si sforza di salire in cielo, edificando una civiltà con fondamenta umane – tutto questo è la Torre di Babele. Collaudata per raggiungere il cielo. Ma crolla, perché le sue fondamenta sono troppo fragili per reggere un così lungo cammino. Allora Dio viene in aiuto ad Abramo con la vera religione. È una Torre di Babele al contrario. E’ l’inizio di quello che il Nuovo Testamento chiama la Nuova Gerusalemme, la Torre vera che scende dall’alto, da Dio stavolta. Funziona, perché le sue radici sono in cielo. Solo Dio può costruire un ponte, o una torre, fin quaggiù. Ma la terra non può costruirne uno fino al cielo.

            Nino: Non riesco francamente a sciogliere il bandolo della matassa delle tue immagini. Cosa c’entra tutto questo con il relativismo morale e con il tuo fanatismo, il tuo monopolio della verità?

            – Il relativismo morale nega qualsiasi legge incondizionata per l’uomo. Gli basta credere che bene e male sono a misura d’uomo, creati da lui. La morale e la religione del relativismo è esattamente la Torre di Babele. Hai colto?

            Nino: Identifichi, dunque, morale e religione?
            Pensi che un ateo onesto non possa essere buono?

            – Affatto. Un ateo onesto, che cerca sinceramente il bene e la verità la troverà senza tema. D’altra parte, un credente che non lo fa, non li troverà mai e poi mai.

            Nino: “Bussa e ti verrà aperto”, eh?

            – Proprio così. Uno che cerca, ha già fatto metà strada. “Ricercare” è parente stretto dell’amore. Infatti, il volere, il cuore è l’essenza dell’amore. Il suo intimo è già sulla strada della conversione: si è innamorato della verità e della bontà. Poi accade il secondo gradino: il trovare. Si tratta della conversione della testa. Questa seconda scelta è resa possibile dalla prima.
            Adesso ti lascio Nino ma ti ringrazio che mi hai seguito…almeno fin qui: sono così pochi coloro che amano la verità…

    2. giovanna

      Certo, il ragazzo può incontrare, fuori dalla scuola , anche uno squallido Nino, ma perché andarsele a cercare ?
      Gli squallidi Nini ci sono sempre stati, ma non insegnavano a scuola ! Si insegnava invece ai figli a tenersene alla larga il più possibile, da questi corruttori di gioventù !

      Poi, come è come non è, in Inghilterra dove ti scassano i cosiddetti dall’asilo sull’uso del preservativo e sulle istruzioni per una felice sessualità, è pieno di ragazzine incinte, aborti di minorenne e famiglie sfasciate.
      Non è che magari non sono le istruzioni sulla sessualità che costruiscono le persone, ma una famiglia unita, presente, che non compra figli all’estero come peluches su catalogo , in cui una madre sappia cosa vuol dire essere una madre e un padre sappia cosa vuol dire essere un padre ?
      In cui il padre sappia cosa vuol dire essere un uomo e la madre sappia cosa vuol dire essere una donna e insieme sappiano cosa vuol dire essere genitori.
      Altro che dare ai figli la possibilità di scegliere se sentirsi maschi o femmine, come a casa dell’untuoso Nino, almeno stando a quello che ha dichiarato !

      Per quanto riguarda la necessità per gli adolescenti di queste untuose lezioni, rimando a questo :
      https://www.tempi.it/non-essendoci-piu-l-educazione-non-ci-rimane-che-quella-sessuale-grande-susanna-tamaro#.VRqSPWccTow

  4. Faag

    Right! 🙂

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