
Vendola fa risparmiare alla sanità 42 milioni. Bene, ora il buco è solo di 1 miliardo e 358 milioni
Il leader di Sel e governatore della Puglia Nichi Vendola è riuscito a dimostrare la propria innocenza nell’inchiesta Sanitopoli locale, che ruotava attorno all’Asl di Bari. Questa, però, sembra destinata a creare problemi al governatore, anche se non di natura giudiziaria. Secondo la relazione trimestrale della stessa Asl barese, il bilancio si chiude con un buco di 23 milioni di euro, cioè con un debito di 14 milioni in più rispetto alle previsioni del budget al 30 settembre. Una piccola voragine, malgrado gli sforzi della struttura, che è comunque riuscita a risparmiare 13 milioni di costi su acquisti di servizi e consumi di materiale. A cui, si dovrebbero poi anche aggiungere i tagli sui costi del personale, per ulteriori 7,8 milioni di euro. L’Asl barese, la più grande azienda sanitaria della regione, si trova anche a fronteggiare i tagli imposti dalla Regione ai finanziamenti: in tempi di spending review quest’anno sono arrivati 21,5 milioni di euro in meno.
DEBITI SU DEBITI. Considerato il contesto attuale, la situazione dell’Asl barese sembrerebbe positiva. Il problema è che i debiti del 2012 si sommano a quelli già grandi degli anni passati. Nel 2011 ha chiuso con 40 milioni di euro di perdite, che aggiunti ai deficit precedenti hanno lasciato un buco di oltre 239 milioni, destinato ad ingrossarsi quest’anno. A sua volta i buchi dell’azienda sanitaria barese si proiettano sul buco “strutturale” dell’intera sanità pugliese, stimabile intorno a 1 miliardo e 400 milioni, esclusi i debiti con i fornitori delle strutture, che portano la voragine a più di 3 miliardi di euro (nel 2009 l’associazione pugliese dei fornitori denunciava 2 miliardi di debiti), malgrado gli sforzi fatti per tappare le falle.
MORTALITÀ A TARANTO. Quella dei conti delle Asl è in ordine di tempo peraltro solo l’ultima delle preoccupazioni che probabilmente inseguono Vendola, tanto più oggi che si impegna nella corsa alle primarie del Pd. E dire che si erano appena placate le polemiche di questi mesi sui dati della mortalità a Taranto: i numeri resi pubblici ieri nello studio Sentieri dell’Istituto superiore di sanità, in realtà erano stati raccolti nel 2003 e pubblicati in Puglia già nel 2008 dal registro tumori Jonico salentino. Quei dati vennero inoltre confermati anche dall’Agenzia regionale protezione ambientale (Arpa). Ma nessun provvedimento è mai seguito a livello regionale.
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