Veltroni non è la Bbc. Tamberi è Ppi. E una familiare

Di Tempi
28 Aprile 1999
Lettere 15

Egregio direttore, “Questa guerra è giusta e inevitabile” ha detto Lamberto Dini a proposito dell’intervento della Nato in Serbia. Quale sarebbe la guerra giusta? Quella che venne decisa dagli Stati Uniti, che hanno fatto muovere le forze militanti Nato senza neppure avere un mandato dell’Onu? Che hanno iniziato una guerra offensiva contro un paese estraneo alla Nato in nome di un “dovere d’intervento umanitario” quanto mai ipocrita? Perché gli Usa non intervengono per i profughi del Sudan (circa 200mila) costretti dal governo a spostarsi verso il deserto? Perché sono cristiani? Ma soprattutto, perché non intervennero quando furono perpetrati i veri genocidi, come quello di 800mila tutsi da parte degli hutu, in Rwanda nel ’94, e quello di un milione e 700mila cambogiani da parte di Pol Pot, nel giro di tre anni, dal ’75 al ’78? Non c’era un “dovere d’intervento umanitario”? La realtà è che gli interessi Usa sono politici e probabilmente vogliono una destabilizzazione dell’Europa, da loro definita “gigante economico, nano politico, verme militare”.

Pietro Marinelli, Milano E “La guerra giusta” ha scritto tutto roboante e sussiegoso Walter Veltroni, segretario diessino, sulla prima pagina di Le Monde. Avevano appena finito di premiare Benigni, si capisce: la guerra è giusta e la vita è bella. Poi ci dia retta Marinelli, almeno gli Stati Uniti si assumono (gravi) responsabilità e non mandano avanti un ministro della Difesa a dire che se (per caso) qualche aereo militare italiano si trova (per caso) a sorvolare il Kosovo non è per bombardare ma per scortare i soccorritori umanitari. La stampa americana ha discusso e discute ampiamente di questa bruttissima guerra. Il governo inglese ha addirittura accusato pubblicamente il corripondente (inglese) della Bbc a Belgrado di essere troppo filoserbo e la Bbc ha difeso il suo corrispondente. Qui in Italia abbiamo il solito esecutivo di governo e di lotta, di pace e di guerra. E ci manca tanto Andreotti agli Esteri. Speriamo che i nostri capi provvedano, altrimenti saranno guai. Perché si può sbagliare a mettere un frugoletto alla segreteria del più glorioso dei partiti postcomunisti europei, ma non c’è niente di peggio in una guerra che continuare a ripetere (senza poi avere nemmeno il coraggio di farlo), “vorrei disertare, ma non posso”. Condizione che assicura di cadere prima o poi sotto il fuoco incrociato, e dell’amicus, e dell’hostis.


Grandissima redazione, non sto qui a farvi i soliti complimenti di circostanza, anche se li meritate veramente (…). A proposito di preti… mi sovviene alla mente quando, tempo fa, mi trovavo ad Assago (Filaforum) per assistere al concerto di Heavy metal – una mia antica passione – intitolato “Gods of metal”, 12 gruppi per 14 ore di musica ininterrotta, dalle 10 di mattino alle 24… un massacro! A metà pomeriggio sale sul palco un uomo con il saio che prende il microfono dicendo: “Salve ragazzi, sono credente e sono anche un sacerdote!”. In due minuti ho assistito alla proclamazione di un repertorio di bestemmie talmente vasto che in confronto la Casa del Popolo di Faenza è un circolo di cattolici integralisti (il pubblico ha gradito moltissimo questo “fuori programma”). Ma non è tutto: “Siete incazzati contro le ingiustizie del mondo?”. Tutti: “Siiii!!”. E l’altro: “Bene! Anche io sono incazzato! Per questo vi canto Viva la droga!!”. In quell’istante è partita una base musicale metal assolutamente pesante. Un paio di mesi più tardi ho rivisto quel tale al Costanzo show, insieme a 4 o 5 preti-frati, che spiegava la sua filosofia di vita, che ora tramando a voi. Lui si fa chiamare “metal-cappuccino” e fa queste cose perché (come dice lui) per avvicinarsi ai giovani è necessario parlare il loro linguaggio (..) Arcangelo Neri, giunto via Internet Grande è la confusione sotto i cieli signor Neri. Ma a noi più di quel frate fuori di testa, ci fa uscire dai gangheri ben altri clericali. Prenda, ad esempio, il signor Presidente della Provincia di Milano, Livio Tamberi, illustre rappresentante del Partito popolare italiano, fans di mani pulite e pigmalione di una campagna che, dice lui, gli sarebbe stata suggerita anche dalla sua sensibilità ecclesiale: la lotta al racket della prostituzione “schiavitù del XX secolo” (perché del XIX, no?). Bene la lotta di Tamberi consiste nella sponsorizzazione e divulgazione tra gli studenti della privincia di Milano di un libro di interviste a prostitute e clienti di prostitute, che narra in crudi particolari anche le più singolari e bizzarre performance sessuali. Ora che l’assessore del Ppi trovi di straordinario interesse scientifico la sociologia del marciapiede, sono fatti suoi. Ma perché deve farla stampare (a spese del contribuente), distribuirla ( sempre a nostre spese) in volume ( “Sesso in acquisto”) e chiederne studio e lettura a 215.000 studenti tra i 14 e i 18 anni, ragazzi di 188 comuni e 217 scuole della provincia di Milano? Il quotidiano Il Giorno glielo ha fatto notare con molta garbata ironia: “L’impressione è che non sia un testo scolastico adatto ai ragazzi”. Ma Tamberi, no, imperterrito, prende carta e penna, risponde, ringrazia, e “il bel pezzo apparso sul vostro giornale” di qua, e “ i ragazzi non sono bambini, ma perefettamente in grado di capire il testo” di là; e il “rigore scientifico” di sopra, e “anche esponenti della Chiesa hanno definito” di sotto. Neanche gli passa per la testa al nostro cattolicone che, forse, chissà, però, magari, esiste una cosa (che i parrocci che fanno votare Ppi forse dovrebbero ancora insegnare) che si chiama rispetto per ragazzi e ragazze che, per qualsiasi ragione, possono provare un qualche disagio a trovarsi sbattuti in faccia il campionario di abitudini e perverisoni sessuali degli adulti. Lei capisce, un prete mattacchione ha bisogno di affetto e di cure. Un politico come lo è Tamberi e tanti suoi amici del Ppi hanno invece bisogno solo di buoni samaritani che distribuiscano davanti alle chiese questo libro di ottima produzione popolare. “Aiuterà certamente a far comprendere” a molti parrocchiani cosa rischiano a continuare a votare Ppi.

Caro direttore, “Et in Arcadia ego” farò quel giorno una grande festa. A nome di tutti gli umanisti cristiani del ’4-’500 vogliamo ringraziare la Vostra redazione per aver suggerito e propiziato, com’era giusto fare da anni, il processo di beatificazione di Jacopo Sannazaro, munifico mecenate del sito margellinese, cantore, abitante e costruttore di quella Santa Maria del Parto che tempera da secoli le pene dei pescatori non da cartolina di Posillipo e Marechiaro. Quanto poi al nome del nuovo santo, condividiamo con Voi la dizione San Nazzaro, pronti a fare festa nella piazza napoletana, luogo di delizie gastronomiche, cui occorrerà cambiare nome, sotto gli auspici oltre che del nobile “Pasqualino” da Voi menzionato, almeno della mai dimenticabile “Agliara”. E che venga anche Vissani.

Francesco Valenti, Milano Caro cognato e anima illustre di questo giornale…Come vede non posso continuare, mi daranno del nepotista, mi accuseranno di favoritismi, interessi in atti d’ufficio…Con sentita gratitudine.

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