
Vatileaks 2, prima udienza. Non si tratta di libertà di stampa ma di carte rubate

Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Con la presenza in aula di tutti i cinque imputati si è aperto stamane, martedì 24 novembre, in Vaticano il processo istruito per i reati di divulgazione illecita di notizie e documenti riservati della Santa Sede, compiuti tra il marzo 2013 e il 5 novembre scorso.
La prima udienza, durata circa un’ora e dieci, è stata dedicata allo studio delle questioni preliminari e si è conclusa con il respingimento di un’istanza di nullità dei capi d’imputazione e di una riguardante i termini a difesa. Dunque il processo va avanti secondo il calendario che è stato reso noto: ribadito che le prove a difesa dovranno pervenire entro sabato 28 alle ore 12.30, gli interrogatori avranno inizio da lunedì 30, alle 9.30, per tutti i giorni della settimana, se necessario anche di pomeriggio. I primi a essere ascoltati saranno Ángel Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui. Successivamente sarà la volta di Nicola Maio, e infine di Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi.
Nel tribunale dello Stato della Città del Vaticano, al suono della campanella, l’udienza ha avuto inizio puntualmente verso le 10.30. Il collegio giudicante è composto dal presidente Giuseppe Dalla Torre, dai giudici Piero Antonio Bonnet e Paolo Papanti-Pelletier, e dal giudice supplente Venerando Marano. L’accusa è rappresentata dal promotore di giustizia Gian Pietro Milano e dal promotore di giustizia aggiunto Roberto Zannotti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati d’ufficio Emanuela Bellardini (per Vallejo Balda), Agnese Camilli (per Chaouqui), Rita Claudia Baffioni (per Maio), Lucia Musso (per Fittipaldi) e Roberto Palombi (per Nuzzi). Gli ultimi due, però, sono stati assunti anche come avvocati di fiducia dai giornalisti. Non è invece presente il rappresentante della parte lesa, cioè la Santa Sede.
Dopo la lettura da parte del cancelliere delle biografie degli imputati, dei nomi del collegio di difesa e dei capi di imputazione, il presidente del Tribunale ha comunicato di aver trasmesso all’autorità competente, ossia il presidente della Corte d’Appello, la richiesta della nomina di due ulteriori avvocati di fiducia da parte di Nuzzi e di Vallejo Balda, per la eventuale autorizzazione.
Sono state quindi ascoltate due eccezioni preliminari da parte dell’avvocato di Vallejo Balda sui tempi per la presentazione delle prove a difesa, e – dopo una dichiarazione di Fittipaldi – da parte dell’avvocato di quest’ultimo sulla nullità della citazione in giudizio dello stesso, per indeterminatezza, ovvero mancanza di precisione, sui fatti contestati.
Da parte sua l’ufficio del promotore di giustizia, nella persona dell’aggiunto Zannotti, ha definito infondata l’eccezione per indeterminatezza, sottolineando che il problema non è la pubblicazione o la divulgazione dei documenti, perché non si tratta di un processo per diffamazione, né di conculcare la libertà di stampa, che è un diritto fondamentale nello Stato della Città del Vaticano. Infatti – ha chiarito – la condotta illecita riguarda le modalità di acquisizione dei documenti pubblicati, avvenuta dietro sollecitazione o esercitando pressioni.
Alle 11 il collegio giudicante si è dunque ritirato per decidere. Rientrato dopo circa tre quarti d’ora di camera di consiglio, esso ha respinto le due istanze dimostrandone l’infondatezza e chiudendo così l’udienza, alla quale ha assistito un pool internazionale di giornalisti accreditati presso la Sala stampa della Santa Sede.
Foto Ansa
Articoli correlati
6 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Dov’è finito il commento di Overwater?
tutto vero.
ma, mi chiedo, se il contenuto di questi documenti sono confermati cosa è più grave: il fatto che siano stati rubati o quello che denunciano?
quanta ipocrisia
Penso siano gravi entrambi. In entrambi i cqsi è stata violata la fiducia del Papa. Non credo ci sia una gara in gravità, ma è certo che i due giornalisti hanno preso indebitamente documenti parziali, su vicende che erano già in corso di riforma.
Mi pare che in Italia esiste, correggetemi se sbaglio, il reato di “incauto acquisto” percio’ Fittipaldi e Nuzzi, che mi sembrano alquanto “sgamati”, non potevano ignorare che stavano compiendo una azione illegale anche se rivolta ad uno stato straniero e che fruttera’ a loro una barca di soldi. Ma oggi siamo ormai cosi’ capaci di mentire a noi stessi
rivestendo di nobilta’ una azione che puzza, puzza moltissimo di…..sterco.
Anche se non si è trattato di un vero e proprio “acquisto”, sottoscrivo pienamente quanto dice Doroty