
A Varese chi non sa fare la raccolta differenziata rischia “l’espulsione”
Per intere settimane il comune lombardo di Varese è stato al centro di una curiosa campagna pubblicitaria. A ogni angolo della città sono comparsi due cartelloni, uno rosso e uno verde, con la scritta: “Varese non è Salerno” e “Varese non è Pordenone“. Gli ignari cittadini hanno pensato a una provocazione politica e gli abitanti di Salerno erano addirittura convinti che si trattasse di un manifesto contro il Sud architettato da qualche esponente della Lega Nord. Si, ma perché prendersela anche con la nordica Pordenone? E infatti la politica non c’entra, se non marginalmente. Le curiose affissioni, infatti, sono al centro di una campagna per la raccolta differenziata. I varesini, infatti, sono tra i meno virtuosi per ciò che riguarda la raccolta dei rifiuti e, secondo l’Aspem, l’azienda che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella provincia, dovrebbero imparare da Salerno e Pordenone, le due città italiane che effettuano più correttamente la raccolta differenziata (70,3 per cento la prima, addirittura il 78,1 per cento la seconda).
E così, con il patrocinio del Comune di Varese prima è partita la campagna pubblicitaria “oscura” e poi dalle parole si è passati ai fatti. E che fatti. I cittadini di Varese e dintorni, infatti, da qualche tempo sono sotto controllo da parte di Aspem e Coinger (consorzio per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti che opera nell’area centro meridionale della provincia) che hanno posto l’obbligo di utilizzare sacchi quasi trasparenti per la raccolta dei rifiuti, in modo che gli operatori possano verificarne il contenuto. A Varese sono previsti 60 giorni di sperimentazione di un sistema mutuato dal calcio, che plaude i cittadini che differenziano in maniera corretta e ammonisce i disattenti e i pigri. Al ritiro dei sacchi della spazzatura condominiale, infatti, l’operatore dell’Aspem lascerà un cartellino verde per ringraziare i condomini della corretta raccolta mentre, in caso di errori riscontrati nei sacchi dell’immondizia, il cartellino sarà giallo, una sorta di ammonizione che ricorderà agli sbadati l’importanza di un corretto smaltimento dei rifiuti. A partire dal mese di maggio, invece, il gioco si farà più duro e i rifiuti, se non in regola con la raccolta differenziata, non saranno ritirati e in più saranno abbelliti con un cartellino rosso simile a quello delle espulsioni calcistiche. In provincia la Coinger non ha avuto nessuna tolleranza e già da un po’ di giorni sono parecchi i sacchi della raccolta differenziata rimasti sui marciapiedi di alcuni paesi del varesino, con tanto di adesivo arancione che ne attesta l’irregolarità. Ai cittadini colpevoli non resta altro da fare che riportare in casa la spazzatura, riaprire la busta e fare l’odiosa operazione di smistamento rifiuti.
Il presidente del consorzio, Silvano Marchini, ha spiegato la natura dell’iniziativa: «Esistono due ordini di motivi per i quali conviene differenziare. Per prima cosa per una questione ambientale certo, ma non di meno esiste anche una questione economica. Differenziare i rifiuti conviene perché serve a poterli poi riutilizzare. E questo significa che il Coinger ricava degli introiti dai centri di smaltimento dei rifiuti e con questi soldi può calmierare la tariffa che ogni cittadino è chiamato a pagare». Ai cittadini dei 22 comuni del varesino conviene rimboccarsi le maniche, armarsi di pazienza e cominciare a far bene la raccolta, anche perché presto i cartellini da espulsione e richiamo potrebbero trasformarsi in multe piuttosto salate. Insomma, è arrivato il momento di differenziare correttamente, non ci sono scuse, del tipo: «Non so in quale sacco vada questo rifiuto», perché Aspem e Coinger sono talmente preparati che sui loro siti è sufficiente inserire nel motore di ricerca il nome del rifiuto in questione e per conoscere il sacco esatto in cui buttarlo. E nessuno potrà dire: «Non lo sapevo».
Twitter: @paoladant
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