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Valditara e la «rivoluzione culturale» del 4+2

Di Emanuele Boffi
08 Maggio 2024
Con la sperimentazione si vuole offrire un percorso coerente a tanti giovani dotati di talenti pratici e rispondere all’esigenza delle imprese di trovare professionalità adeguate. Intervista al ministro
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore di Regione Lombardia Simona Tironi in visita nel gennaio scorso all’Istituto Galdus di Milano, una delle scuole coinvolte nella cosiddetta riforma del 4+2
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore di Regione Lombardia Simona Tironi in visita nel gennaio scorso all’Istituto Galdus di Milano, una delle scuole coinvolte nella cosiddetta riforma del 4+2 (foto Ansa)

Siamo nei giorni in cui è giunta la notizia che un gruppo di studenti di una scuola di Bologna ha devastato l’edificio perché il preside aveva negato loro il permesso di occuparla. Non è il primo caso: quest’anno al Severi di Milano si sono contati circa 70 mila euro di danni. Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è sinceramente dispiaciuto per l’episodio: «Soprattutto perché questa piccola minoranza di teppisti sporca l’immagine di tanti altri studenti che ho avuto modo di incontrare in questi mesi: giovani intelligenti, interessanti, preoccupati di costruirsi un futuro».
Con il ministro vogliamo parlare soprattutto di ciò che lui ha scritto nel suo libro La scuola dei talenti, nel quale analizza lo stato di salute della nostra scuola, avanza idee, espone progetti per il futuro. Fra i più significativi c’è la cosiddetta sperimentazione del 4+2: l’intenzione è quella di costruire una filiera tra istruzione tecnico-professionale (di 4 anni anziché 5) e un...

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