
Va bene anche un Trump pur di fuggire da questo penitenziario democrat

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Se quelli che si credono gli ultimi epigoni di Marshall McLuhan ti dicono “attento, stai guardando il presente dallo specchietto retrovisore”, tu mantieni la destra e spernacchiali, “però nel retrovisore ci vedo anche un missile, e tu ti trovi nel posto sbagliato”. Pensare all’indietro si fa peccato. Però l’America dell’outsider Trump che vuole introdurre dall’alto verso il basso un programma di cesura con l’età del politicamente corretto, la big wave, la grande onda lunga che ha raggiunto massima portanza imperiale con la presidenza Obama, è un’America ancora tutta da scoprire. Ora, ammesso che la cesura sia possibile, come si fa e quanto tempo occorrerà per uscire da un film iniziato negli anni Trenta del secolo scorso? Quando, a partire da impostazioni culturali come quella del filosofo e pedagogista John Dewey, la parte più ricca dell’Occidente iniziò a teorizzare che per costruire una democrazia compiuta occorresse implementare una superideologia liberale, neutralizzare i significati religiosi, finalizzare l’agire di “cittadinanza” alla costruzione di una “società dei diritti”?
Al netto della “coppia diabolica” dei due totalitarismi, il limite di questa “rivoluzione liberale” l’aveva già intravisto il grande Solzenicyn in un discorso del 1978 svolto in quella che rimane a tutt’oggi l’università faro della superideologia americana: Harvard. «In conformità ai propri obiettivi la società occidentale ha scelto la forma dell’esistenza che le era più comoda e che definirei giuridica. I limiti (molto larghi) dei diritti e del buon diritto di ogni uomo sono definiti dal sistema delle leggi. A forza di attenersi a queste leggi, di muoversi al loro interno e di destreggiarsi nel loro fitto ordito, gli occidentali hanno acquisito in materia una grande e salda perizia. (Ma le leggi restano comunque così complesse che il semplice cittadino non è in grado di raccapezzarcisi senza l’aiuto di uno specialista). Ogni conflitto riceve una soluzione giuridica, e questa viene considerata la più elevata. Se un uomo si trova giuridicamente nel proprio diritto, non si può chiedergli niente di più. Provate a dirgli, dopo la suprema sanzione giuridica, che non ha completamente ragione, provatevi a consigliargli di limitare da se stesso le sue esigenze e a rinunciare a quello che gli spetta di diritto, provatevi a chiedergli di affrontare un sacrificio o di correre un rischio gratuito… vi guarderà come si guarda un idiota».
La gratuità, iscritta come spinta totale della vita (pensiamo all’avvenimento dell’amore), è diventata una possibilità idiota. La democrazia compiuta «nella forma di esistenza giuridica» ha preso la forma del nichilismo. Addolcito con la filantropia, la compassione per i poveri e i “fragili”. Infine, con l’illusione che basta un tweet per fare del bene al mondo.
La testa di Gorgone del potere
Ma non è una eterogenesi dei fini questa. Non succede un cortocircuito dell’8 marzo delle donne, in forma di sciopero e di lagne invece che di festa e di lasagne, perché si puntava alla ciambella della “società dei diritti”, purtroppo qualcosa è andato storto, il mondo è stato invaso dai populismi. No. La democrazia è diventata nichilismo perché «chi cerca una risposta circa l’eterno problema di che cosa si celi dietro il diritto positivo», rifletteva Hans Kelsen, il maggior teorico del positivismo giuridico, «chi solleva il velo e non chiude gli occhi incrocerà lo sguardo fisso della testa di Gorgone del potere». Se la legge positiva è “relativista” per definizione e la democrazia si risolve nel “diritto” e nei “diritti”, all’agire di “cittadinanza” non rimane più niente da spartire se non «lo sguardo fisso della testa di Gorgone del potere».
Così, quando i “democratici” brindano alla decisione della Corte Suprema di Washington o della Corte di Appello di Trento che censurano il mondo della vita per esaltare il mondo di Gorgone che definisce “matrimonio” l’unione di due sessi identici o definisce due sessi identici “padri” dello stesso bambino, si capisce che l’esultanza democratica non ha altro fiato e ragione che quelli del potere.
Così, quando Massimo Gramellini esalta l’atto di due genitori che rifiutano l’offerta di risarcimento per una figlia vittima di omicidio stradale, «vogliono guardare in faccia» l’omicida e vogliono la sua condanna piuttosto che i suoi soldi, tutto ciò è nichilismo. Nessun giudice e nessuna condanna può far risorgere tua figlia. Dunque questo atteggiamento non appartiene all’ordine dell’amore-giustizia, ma della indignazione-vendetta. Infine, col nichilismo arrivano anche gli scompensi da migrazioni incontrollate. E quelli che «noi amiamo la morte più di quanto voi amiate la vita». Perciò, un Trump maggiore o un Wilders minore, sono test balistici del popolo che ha le tasche piene del penitenziario democrat.
Foto Ansa
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