Usa, il trionfo dei repubblicani in Virginia conferma che Biden è un disastro

Di Leone Grotti
04 Novembre 2021
L'anno scorso Biden staccò Trump di dieci punti in Virginia. Il nuovo governatore Youngkin ha vinto denunciando l'obbligo vaccinale, i tic ambientalisti, l'ideologia gender e Black lives matter. I democratici tremano in visto delle elezioni di Midterm
Glenn Youngkin, vincitore delle elezioni in Virginia

Glenn Youngkin, vincitore delle elezioni in Virginia

Denunciare un giorno sì e l’altro pure gli americani di razzismo solo perché bianchi non è una buona idea e dopo la clamorosa vittoria in Virginia del repubblicano Glenn Youngkin forse lo avranno capito anche Joe Biden e il Partito democratico. I progressisti escono con le ossa rotte dalla prima contesa elettorale che saggia l’umore dell’opinione pubblica americana in vista delle elezioni di Midterm dell’anno prossimo.

Joe Biden affonda in Virginia

In Virginia, un anno fa, Biden aveva staccato Donald Trump di dieci punti percentuali e dopo soli 12 mesi il suo candidato, il governatore uscente Terry McAuliffe, ha perso con il 48% dei voti contro il 51% dello sfidante. L’esito prospettato da alcuni sondaggi, ai quali però nessuno credeva davvero, rispecchia il giudizio degli americani sul lavoro di Biden, criticato da ben il 57% degli elettori.

La vittoria di Youngkin è dunque innanzitutto la sconfitta di Biden. Anche perché McAuliffe aveva trascinato in Virginia a fare campagna elettorale il gotha del Partito democratico. Non solo il presidente, erano saliti sul palco del governatore uscente anche Barack Obama, Hillary Clinton, Kamala Harris. La sfilata delle star progressiste è stata un flop rumoroso.

Youngkin copia Trump e trionfa

Gli elettori della Virginia, infatti, non hanno abboccato alla retorica dei liberal, che per tutta la campagna elettorale non hanno fatto che ripetere slogan contro Trump, dipingendo Youngkin come novello arancione. Il candidato repubblicano da politico scafato si è fatto vedere poco col tycoon, pur senza mai rinnegarlo, e i giornali americani che oggi cercano di ribaltare la frittata utilizzando la sua vittoria per squalificare The Donald fingono di non vedere che Youngkin ha vinto utilizzando il meglio del repertorio di Trump.

Il repubblicano ha sbeffeggiato i tic degli ambientalisti radicali, concentrandosi al massimo sulla necessità di rinnovare le infrastrutture dello Stato per fare eventualmente fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, sostenendo la necessità di non danneggiare l’economia nel nome della lotta al global warming. Inoltre, partendo dallo stupro avvenuto nella contea di Loudoun, nel nord dello Stato, ha garantito che per limitare la possibilità di abusi sessuali vieterà ai transgender di utilizzare i bagni in base al sesso “percepito”, piuttosto che in base a quello anatomico.

Mai accusare gli americani di razzismo

Youngkin, che si è opposto anche all’obbligo vaccinale e a quello di portare la mascherina per frenare la pandemia di Covid-19, ha guadagnato voti soprattutto criticando la Teoria critica della razza. Durante un dibattito, infatti, il democratico McAuliffe seguendo alla perfezione il nuovo canovaccio liberal, aveva appoggiato l’insegnamento nelle scuole della teoria secondo la quale il razzismo è sistemico negli Stati Uniti e pertanto ogni bianco è da considerarsi razzista solo in base al colore della sua pelle. Allo stesso modo, ogni afroamericano deve essere ritenuto a prescindere una vittima. McAuliffe è arrivato a dire che «non spetta ai genitori decidere che cosa va insegnato ai loro figli a scuola».

Youngkin ha preso la palla al balzo, assicurando che vieterà l’insegnamento nelle scuole della Teoria critica della razza e lanciando un messaggio di unità piuttosto che di divisione. In questo modo, non si è assicurato soltanto il voto dei bianchi, ma anche dei residenti delle periferie e dei latinos.

Biden trema per il voto di Midterm

Se la vittoria dei repubblicani in Virginia, e forse anche nel New Jersey, dove la sfida verrà decisa da un pugno di voti, non è la fine dell’era Biden, di sicuro ha fatto risuonare un forte campanello d’allarme nel campo democratico. Mancano ancora 12 mesi all’Election day dell’8 novembre 2022, dove saranno in palio tutti i seggi della Camera e 34 su 100 del Senato. Il presidente ha tempo di recuperare, ma dovrà capire che slogan politicamente corretti, misure iperideologiche e insulti a Trump non bastano agli americani. Certo non agli elettori di fede repubblicana, ma neanche ai democratici.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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