
“Universitari per la vita” aggrediti alla Sapienza di Roma

Tratto da Upv – Oggi (ieri per chi legge, ndr) dei nostri ragazzi UpV si sono recati al dipartimento di Lettere della Sapienza e, con regolare permesso, hanno fatto un aperitivo/volantinaggio per la sensibilizzazione delle persone sul tema dell’aborto. Dopo aver cominciato il volantinaggio tutto sembrava tranquillo, si erano semplicemente messi con un tavolino davanti all’entrata di Lettere e offrivano da mangiare agli studenti che passavano.
In seguito ad un pacato dialogo con delle ragazze pro-choice femministe, si è scatenato l’inferno. Evidentemente hanno avvertito altre persone del loro gruppo della nostra presenza e si sono coalizzati contro di noi: i nostri amici UpV si sono ritrovati circondati almeno da una ventina di persone che con molta nonchalance si sono avvicinate al tavolino e hanno cominciato a strappare i nostri volantini, i nostri opuscoli e a sperperare le vivande che avevano portato per condividerle con gli altri.
Sono state rivolte loro accuse di limitare la libertà delle donne lì presenti (come avremmo potuto?), sono stati insultati, minacciati e quando hanno tentato di difendere il materiale sono stati anche accusati di essere aggressivi contro le ragazze che provavano a distruggerlo. Questa è la loro idea di “libertà”? Questa è la loro idea di “diritto di parola”? Questa è la loro “tolleranza” e pacatezza? Hanno insultato le nostre ragazze dicendo loro parole offensive e irripetibili, questa sarebbe la loro idea di “difesa della donna”? Ci chiediamo, perché, se pensano che le loro idee sono così forti da non poter essere contrastate, hanno bisogno di ridurre al silenzio persone che la pensano diversamente da loro? Paura di perdere? Inconscia consapevolezza di stare dalla parte sbagliata? La violenza che è stata manifestata nei confronti dei nostri amici UpV è inaccettabile.
Siamo stati citati anche sulla pagina LINK Sapienza, dicendo che siamo retrogradi, fascisti e tante altre cose che potete leggere voi stessi. Affermano inoltre di averci cacciato quando in realtà noi siamo rimasti lì fino all’esaurimento del tempo concessoci dal regolare permesso. Peccato che i veri metodi fascisti per ridurre al silenzio gli oppositori sono stati usati da loro e non è uno scherzo. Se si deve ricorrere alla violenza per ribadire il proprio pensiero allora quel pensiero non vale nulla. Contro delle argomentazioni di carattere scientifico, etico ed antropologico (dati di fatto) hanno saputo opporre solo urla per potersi imporre ed ottenere che ce ne andassimo. Il massimo che riescono a fare è continuare a ripetere come un mantra “la legge non si tocca” (senza conoscerne minimamente il contenuto), “il feto non esiste” (ah si? Da quando è la volontà di una persona a sancire l’esistenza o meno di qualcosa?), “il corpo è mio e decido io” (davvero? Il corpo è quello del bambino, che è essere umano e persona a tutti gli effetti, chi afferma il contrario va contro ogni evidenza scientifica e di semplice ragione).
Probabilmente se fossimo stati noi ad interferire con una delle loro iniziative femministe pro-aborto, non avrebbero esitato ad aggredirci anche fisicamente, cosa che oggi si è quasi concretizzata quando abbiamo tentato di salvare i nostri volantini. La cosa curiosa è che le cose da mangiare comunque se le sono finite tutte, almeno qualcosa dell’aperitivo l’avranno gradita.
Facciamo un appello a tutte le persone di buona volontà: ribellatevi a chi vuole imporre la dittatura del silenzio e della morte. Non mollate di un millimetro insieme a noi! Continuiamo a sollevare il dibattito che loro non possono sostenere se non continuando a gridare slogan! Aiutateci, perché sia difesa la libertà di espressione che nel nostro paese è un diritto democraticamente riconosciuto… un tale diritto si toglie solo nelle dittature! Pensateci! Ci aspettiamo che le università siano un luogo in cui si possa discutere insieme e crescere, non un luogo di imposizione di un’unica ideologia senza contraddittorio.
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