Un’Irlanda dalla memoria corta vuole cacciare il Trap. Giuan, tieni duro

Di Emmanuele Michela
15 Ottobre 2012
Dalla storica qualificazione agli Europei all'umiliante 6-1 di venerdì sera contro la Germania. Per qualcuno Trapattoni ha già le valigie pronte per andarsene dopo il match di domani contro le Far Oer. Ma sarà la mossa giusta?

Per l’Independent è questione di giorni. La FAI avrebbe programmato l’esonero di Giovanni Trapattoni già per mercoledì, quando la nazionale irlandese sarà tornata (ci si augura vincente) dalla trasferta nelle Far Oer. Nessuno, dicono, vuole mandarlo via prima di un match tanto scontato quanto fondamentale per questa squadra, strapazzata venerdì sera tra le mura amiche di Lansdowne Road 6-1 dalla corazzata tedesca di Joachim Loew. La peggior sconfitta casalinga di sempre, hanno ricordato in tanti: un match che ha comprensibilmente suscitato le perplessità di giornalisti, tifosi e dirigenti. Ma meno comprensibili risultano le voci di chi vorrebbe provare a cambiare aria allontanando il Trap dalla panchina della Green Army.

“CAT IN THE SACK”. Dov’è finito tutto l’affetto dei tifosi per questo allenatore che in 4 anni ha riportato la “Trapattoni’s army”ai palcoscenici europei più prestigiosi? Dove sono finiti gli epici striscioni che illustravano il grande Giuan col “cat in the sack”, battuta emblematica d’inglese maccheronico che aveva conquistato in rapido tempo tutta l’isola verde? In quel lenzuolo è raccolta tutta l’esperienza del Trap in Irlanda: col suo stile e, soprattutto, con bel gioco e risultati aveva azzerato anche la distanza linguistica. Già i risultati: sotto la sua guida la nazionale irlandese è tornata dopo 24 anni alla fase finale degli Europei (dove c’erano arrivati solo nell’88 i mitici “Jack’s Heroes” di Charlton, squadra ricca di talenti come Whelan, Moran e Houghton), mentre due anni prima l’accesso ai Mondiali è fallito solo per colpa di quel maledetto tocco di mano di Henry, che mandò in Sudafrica la Francia. Ma dalle parti di Dublino sembra che i giornalisti e la Federazione abbiano la memoria corta, e riescano a guardare solo quanto successo da giugno in avanti.

FLOP EUROPEI. Agli irlandesi infatti non sono andate giù due cose: la prima sono i sei schiaffi presi venerdì sera dai tedeschi. La squadra di casa è parsa totalmente in balia degli avversari, sopraffatta e umiliata in ogni settore del campo, incapace di esprimere un filo d’orgoglio se non allo scadere, quando al 92’ Keogh ha inzuccato la rete della bandiera. La seconda, ancora più difficile da digerire, è la magra figura rimediata quest’estate agli Europei di Polonia e Ucraina: 0 vittorie, un solo gol fatto a fronte di 9 subiti, le prestazioni incolore contro Croazia, Spagna e Italia, e un ruolo, quello di Cenerentola, fin troppo stretto per questa squadra. Fu la selezione peggiore dell’Europeo, dato che porta inevitabilmente ad una domanda: quali sono le responsabilità del Trap di questa debacle? Quanto pesano i “metodi antiquati” che qualcuno rinfaccia al tecnico di Cusano Milanino nella sconfitta di venerdì sera?

ORGANICO SCARSO. Certo, è giusto chiedersi se il Trap sia ancora in grado di tenere in pugno questa squadra, sebbene basti la sua esperienza per rispondere a queste critiche e concedergli ancora qualche tempo per rimediare. Ma la verità è un’altra: l’organico dell’Irlanda è decisamente scarso. Robbie Keane era assente venerdì contro la Germania e rimane ancora il giocatore più di talento della squadra, seppur i 32 anni dell’ex-nerazzurro inizino a farsi sentire sulle sue gambe. Ci si aspetta anche tantissimo da Aiden McGeady, tra i peggiori però all’Europeo. Dopo l’avventura polacca si è ritirato poi Shay Given, portiere tanto bravo quanto sottovalutato, e a difendere i pali è rimasto Westwood, panchinaro al Sunderland. Per il resto la squadra è composta da giocatori di talento e voglia, costretti però a sgomitare in club di medio-bassa Premier League per avere un posto da titolare, o qualcuno addirittura in Championship. Se questo gruppo è riuscito a fare così bene negli ultimi 4 anni è proprio grazie al Trap. Ha senso cacciarlo via proprio ora?

@LeleMichela

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3 commenti

  1. Cooney

    Poco da aggiungere, ormai sono settimane che ne discuto con alcuni irlandesi ma loro sono praticamente irremovibili. E molto è anche dato dal fatto che il Trap prendere più di 2mln annui di stipendio e questo ai media non va giù. La guerra aperta al Trap è stata creata dai media che hanno aizzato l’opinione pubblica solo su singole cause (perchè per carità, è vero che il Trap è piuttosto testardo su certe scelte) dimenticandosi del tutto di dire che i giocatori a disposizione sono mediocri. E quelli ci saranno anche con un nuovo allenatore.
    Ci sono decine di irlandesi che parlano di “great players” non convocati o non fatti giocare. E i nomi sono Hoolahan, Pilkington, Wilson, Stephen Kelly.. insomma, basta cercare dove giocano per capire che non sono meglio di chi va in campo..
    Purtroppo questa generazione di calciatori è limitata e i fasti della squadra che raggiunse i mondiali 2002 ce la scordiamo. Questa è una Nazionale che raccoglie riserve di Premier e titolari di Championship. Praticamente un “2nd division” team, non so dove siano tutti questi possibili miglioramenti che certi tifosi chiedono..
    Quoto Hansen qui, voglio proprio vedere anch’io il successore cosa combinerà (e soprattutto CHI sarà il successore, dato che non c’è la fila per quel posto..)

  2. Hansen88

    Concordo con te. Ciò che stupisce di più delle critiche al Trap, che sono sempre e comunque legittime, è che hanno fatto fuori totalmente l’analisi tecnica dei giocatori a sua disposizione. Questa Irlanda non ha niente di più (e, anzi, forse ha molto di meno) di tante nazionali delle epoche passate che non hanno partecipato alla competizione europea (rischiando di andare anche in SudAfrica). Se gli irlandesi sono diventati improvvisamente dei palati fini è perché il Trap li ha abituati fin troppo bene. Voglio vedere cosa riuscirà a fare qualcun altro al suo posto. E’ pazzesco come non riescano ad ammettere la pochezza del loro organico

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