L’Unione europea non è (e non dovrebbe essere) uno Stato

Alberto Mingardi (Istituto Bruno Leoni e Università IULM, Milano) reagisce al saggio di Robi Ronza sull'Europa pubblicato su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl

Foto di Oliver Cole su Unsplash

Non tutti i problemi hanno una soluzione. Mi sembra che molti di quanti sono intervenuti prima di me in questo dibattito siano convinti che il limite dell’Unione europea sia non avere un popolo che le corrisponda. Ciò obbliga la costruzione europea a basarsi su accordi intergovernamentali e trattati e le impedisce di fondarsi sulla “sovranità popolare”. Questo problema insolubile ne determinerebbe la debolezza – anzi, l’incompiutezza. In realtà, non è per nulla un problema, se conveniamo sul fatto che l’Unione europea esiste in funzione di determinati obiettivi, definiti nelle sedi opportune, che portano gli Stati membri a devolverle alcuni poteri e non altri. Non è un caso se i trattati riconoscono il principio di sussidiarietà, come ricordava Federico Ottavio Reho.

Il guaio è che il potere fatica a restare nel suo recinto e questo è vero a livello nazionale […]

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