Un’etica o un’ascetica per essere liberi e governare il nuovo mondo?

Di Massimo De Angelis
07 Luglio 2024
Massimo De Angelis reagisce al saggio di Adriano Fabris sull'ecologia degli ambienti digitali pubblicato su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl
Studio domestico con computer per smart working

Studio domestico con computer per smart workingMolto centrata la definizione di Fabris di ambiente per il mondo dell’ICT. Suona ancor meglio il tedesco Umwelt. Non dimenticando mai che tale Umwelt è – dice Heidegger ­– un Gestell. Anzi, forse, per quel che si può immaginare, la forma compiuta di Gestell. E che tale Gestell, costituito come Umwelt, ci interpella in una sempre più intensa interazione. La seconda considerazione è che è vero che noi si vive così, per certi versi, in due mondi, quello fisico e quello digitale, persino con identità distinte, ma che, per altro verso, l’ambizione del mondo presieduto da internet è quella di trasformare ogni spazio fisico in ambiente navigabile. L’internet degli oggetti è già un salto, la smart home un altro. Il nuovo mondo – come afferma Eric Schmidt – è questo. Il mondo digitalizzato. L’intelligenza artificiale costituirà a breve un altro enorme salto in questa direzione. Ma prima occorre, in questa breve riflessione, fare un altro passaggio.

È necessario veder bene come funziona il “congegno”. Esso funziona catturando e immagazzinando informazioni dai suoi interlocutori umani. E processando i loro comportamenti, le loro emozioni traducendole in dati. Nei Big data. La nostra lavatrice e la nostra flora intestinale, il nostro sguardo mentre apponiamo un like, tutto viene […]

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