
Un’estate al mare. Verde

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Oltre il cancello c’è una fascia costiera. Verdissima, uno specchio di vita, sotto il cielo limpido di Milano che attende di riflettere un fermento operativo, una genialità ai piedi del possente Cavallo Leonardesco che giganteggia davanti alla magnificente struttura liberty inaugurata nel 1920 su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi. Il mattino di una domenica di fine maggio è prezioso per questo: presto tra le ombre disegnate dalla bestia colossale di bronzo tesa nella sgambata correranno dieci, cento, mille bambini, il silenzio rotto solo dal ronzare delle api nel giardino abitato dagli alberi secolari voluti dai conti Durini e Turati sarà interrotto dall’annuncio “Cavalli al tondino”, viali, sentieri e zolle di terra mormoreranno di vita sotto lo scalpito dei purosangue ora quieti nelle scuderie.
Siamo all’Ippodromo SNAI San Siro, tempio dell’ippica nei ruggenti anni raccontati da Beppe Viola e Mario Fossati, delle corse dei grandi trottatori e galoppatori italiani, da Nearco, Ribot, Donatello II, fino a sua maestà Varenne, delle dinastie dei purosangue e degli appassionati dei borghi milanesi, un’antropologia narrata da penne incantate e ancora inestinguibile al passare del tempo. Rivivono in queste poche ore precedenti l’inizio della corsa delle Oaks d’Italia – la tradizionale competizione ippica riservata alle cavalle purosangue di tre anni – gesti e tradizioni care a una Milano che vanta l’unico ippodromo al mondo dichiarato monumento di interesse nazionale, con la sua architettura già all’avanguardia per l’epoca in cui Vietti Violi vinse il concorso internazionale promosso dalla Società Trenno – che dal 1906 gestisce la struttura –, la tribuna coperta senza colonne di sostegno per non coprire la visuale degli spettatori, la Palazzina del Peso dove i fantini, muniti di sella e accessori, vengono pesati prima e al termine di ogni corsa, i posti del palco reale delle tribunette collegate con la buvette all’interno della Palazzina, le cucine ricavate nel sotterraneo, la panchina di Federico Tesio.
Qui, a 200 metri dal traguardo, vicino alla tribuna centrale, il più grande allevatore e allenatore della storia ippica sedeva insieme alla moglie Lydia commentando i tracciati di San Siro: «I 2.400 metri della pista grande costituiscono la corsa più regolare, severa e direi quasi micidiale che si possa immaginare», «solo in questo punto è possibile capire se un cavallo ha energie da spendere per puntare alla vittoria». E pare di risentirlo riconoscere i campioni, mentre una piccola Ascot di uomini e donne in dress code rosa, in omaggio alle Oaks, sale la maestosa Scala Reale verso la tribuna d’onore, dove un picchetto di commentatori si prepara a un pomeriggio di cronache e dove Gualtiero Marchesi serve agli ospiti un’esperienza di gusto e creatività: «La filosofia della sua Accademia, che parte dall’arte gastronomica e abbraccia altre dimensioni della cultura, è proprio quella che stiamo realizzando nello storico impianto di San Siro.
Partiamo dall’ippica, che per tradizioni, riti e passione è quasi un’arte, e ne facciamo il filo conduttore di eventi pensati per un pubblico più ampio. I risultati raggiunti finora e il consenso ricevuto ci spingono a continuare su questa strada: l’Ippodromo Snai San Siro sta davvero tornando un punto di riferimento per la città di Milano». Basta affacciarsi sul giardino maestoso davanti alla Palazzina per avere conferma di ogni singola parola di Fabio Schiavolin, ad di SNAITECH, uno dei più importanti concessionari per la gestione dei giochi autorizzati in Italia, quotata alla borsa di Milano. Nata dall’integrazione di Cogetech in Snai spa, dal 2016 porta avanti un progetto di valorizzazione e sviluppo di una struttura polifunzionale aperta alla città. «Non c’è sport d’élite», spiega Schiavolin, «che non sia passato per l’integrazione tra le diverse anime dello spettacolo e della cultura e anche l’ippica deve fare lo stesso percorso».
Festival e sfilate
Un percorso che a San Siro si vive e racconta guardando le famiglie che questa domenica, così come in occasione dei grandi premi in cui l’Ippodromo apre alla città, varcano i cancelli del tempio dell’ippica per trascorrere un pomeriggio nel parco botanico, all’ombra di oltre 70 specie di piante e alberi differenti e cartellinati, lungo le piste di allenamento, tra le scuderie, i box, e le infrastrutture che galleggiano in un mare di erba, terra, fiori, su una superficie di circa 1.500.000 metri quadrati che comprende anche l’ippodromo SNAI La Maura, le piste di allenamento, parcheggi interni ed esterni. È qui che studenti vestiti da fantini guidano i curiosi in un tour alla scoperta del mondo dell’ippica, dei cavalli da corsa, delle strutture liberty; qui che la storia del Cavallo di Leonardo (visitabile tutto l’anno ma mai suggestiva come in queste domeniche di grandi corse) invita a un viaggio iniziato dalla matita del genio italiano alla corte di Ludovico il Moro nel 1492 e compiuto, dopo secoli di battaglie e vicissitudini, nella maestosa scultura realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu (7 metri di altezza e 10 tonnellate di peso: è la più grande statua equestre al mondo), e donata dalla Leonardo da Vinci’s Horse Foundation alla città di Milano.
Corrono i tempi, sulle verdi piste del galoppo, e corrono le idee in tutto l’Ippodromo di San Siro: i bambini montano pony, passeggiano in carrozza, osservano gli artieri condurre i purosangue al tondino, giocano nel paddock, l’area riservata ai più piccoli gestita dalla Fondazione Francesca Rava (onlus che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo), partecipano ad attività ricreative e laboratori artistici, baby dance e animazione, insieme ai bambini ospitati nelle case di accoglienza milanesi. Appesi nel parco si notano i disegni dagli alunni delle quarte degli istituti Einaudi e Pascoli, che qualche giorno prima hanno assistito agli allenamenti dei purosangue e visitato le scuderie chiacchierando con gli allevatori: c’è posto per premiare anche loro insieme ai vincitori delle corse in questa domenica dedicata alle Oaks, mentre le mamme partecipano ad eventi fitness sul prato e gli appassionati seguono il cavallo su cui si è giocato passo dopo passo, fin dall’apertura delle gabbie o all’abbassamento del canapo di partenza. Il calendario degli eventi della giornata si inserisce in una programmazione vivacissima, ricca di corse in notturna, festival enogastronomici destinati ai giovani, sfilate d’auto d’epoca, food truck, musica: il 2017 segna il ritorno del Milano Summer Festival: Chains, Evanescence e Red Hot Chili Peppers sono solo alcuni degli artisti che si esibiranno all’Ippodromo, il più vivo e sorprendente luogo della città, capace di immaginarsi e lasciarsi immaginare da chiunque varchi lo storico cancello nel piazzale antistante lo Stadio di San Siro.
E allora sì che sembra davvero di essere al mare, di veder specchiata in questa verdissima fascia costiera con le sue tante isole “tematiche”, a dieci minuti dal cuore della città, la bellezza di giornate diverse, l’operosità ambrosiana della città, l’impresa di restituire spazi da vivere alle famiglie. Un tuffo nel passato e in un mare di eventi per tutti: il 18 giugno si corre il Gran Premio di Milano, andare e immaginare per credere.
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