
Un’arca da finire prima del 21 dicembre. Il povero signor Lu cerca finanziatori
Meno venticinque giorni al giorno del giudizio. Gli apocalittici di mezzo mondo si stanno preparando come possono, un paesino francese – destinato a sopravvivere secondo qualche assurdo calcolo matematico – sta vedendo schizzare ai massimi storici le vendite delle sue case mentre dall’altra parte del mondo, in Cina, il signor Lu Zhenghai è il più preoccupato di tutti. Il suo, in effetti, è un problema di doppia natura: economica e temporale. Il 21 dicembre 2012 è sempre più vicino, il tempo stringe e lui non ha ancora finito la sua creazione salvavita.
LU’S ARK. Lu Zhenghai vive nella provincia autonoma dello Xinjiang e qui, due anni fa, ha cominciato a sviluppare la sua Lu’s ark, una moderna arca di Noè cinese che sarà in grado di salvare la sua famiglia dalla fine del mondo predetta dai Maya. Un progetto ambizioso, che gli è anche costato un milione di yuan (circa 130 mila euro) e che è ancora incompiuto, a meno di un mese dal presunto impatto finale. Il povero Lu non ha più soldi da investire nella barca salvifica che misura circa ventuno metri di lunghezza, è larga 15,5 metri e una volta finita sarà alta quasi sei metri, con 540 cavalli di potenza che dovranno essere in grado di spostare un peso di 140 tonnellate. Già, ma senza soldi come si fa? Lu Zhenghai ha fatto ricorso a tutte le sue finanze e gli è rimasto solo un vecchio appartamento, dove si rifugia per la notte dopo una giornata passata al lavoro sulla sua arca.
E SE IL MONDO NON FINISSE? Chissà se il signor Lu, ex militare, ha preso in considerazione l’idea che il 21 dicembre possa essere un giorno come tutti gli altri, in cui il sole sorge e cala per far spazio alla notte. Se davvero dovesse svegliarsi il 22 dicembre ancora tutto intero – come tutti noi speriamo – cosa se ne farà di quest’arca che, a guardare le foto, non sembra nemmeno così sicura? Forse potrebbe tentare di venderla a Hollywood, dove potrebbe trovare un impiego degno delle sue capacità. Oppure, più banalmente, potrebbe viverci all’interno e abbandonare il suo vecchio appartamento. Non sarà il massimo del comfort ma in quanto a sicurezza non si discute. L’importante però, come cantava Mina, è finire.
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