
Una (quasi) guerra casuale. Un amore straordinario

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Nella vita di Stanislav Evgrafovič Petrov ci fu, per quanto ne sappiamo, un unico episodio capitale, che sicuramente risparmiò al mondo una guerra atomica, ma che probabilmente bastò a rovinargli la carriera. Anche della sua morte, avvenuta il 19 maggio, abbiamo avuto fortunosamente notizia solo qualche giorno fa.
Era nato il 7 settembe 1939 a Vladivostok. Giacché il padre era pilota di caccia e la madre infermiera, aveva studiato alla scuola superiore dell’aviazione militare sovietica, dall’altra parte del mondo, ovvero dell’Unione Sovietica, a Kiev. Il 28 settembre 1982 era ufficiale di servizio in un centro dedito a monitorare il movimento dei missili atomici americani. Quattordici minuti dopo mezzanotte (ora di Mosca) gli strumenti segnalarono che un missile partito da una base del Montana, Stati Uniti, era in viaggio verso la patria del socialismo: perplessità, che non sfumò neppure quando gli strumenti segnalarono altri quattro missili.
La Guerra fredda era al culmine. Il presidente Reagan minacciava ritorsioni dopo che i sovietici avevano abbattuto un aereo di linea sudcoreano con più di duecento passeggeri a bordo, tra cui un membro del Congesso americano. Fatti rapidamente i suoi calcoli, Petrov invece dell’attacco segnalò, a ragione, il cattivo funzionamento del sistema di rilevazione sovietico. La sua carriera ne risentì.
Nato a Tours il 19 ottobre 1917, padre René Laurentin nel 1938 si laureò sia all’Istituto cattolico di Parigi sia alla Sorbona. Per cinque anni fu prigioniero di guerra. Nel campo si dedicò all’insegnamento dell’ebraico e allo studio della Vergine Maria.
Divenuto prete nel 1946, visitò i luoghi delle apparizioni mariane per preparare tre tesi di dottorato. Nel 1953 pubblicò il Breve trattato sulla Vergine Maria. Raccolse materiale e scrisse su Yvonne-Aimée de Malestroit, mistica molto attiva: tra fenomeni di stigmatizzazione, xenoglossia, premonizione e bilocazione, durante la guerra si era dedicata a curare feriti, sia tedeschi sia partigiani. Prigioniera, era fuggita. Nel 1945 Charles De Gaulle l’aveva decorata. Alla vigilia del Concilio Vaticano II il cardinale Ottaviani aveva vietato di scrivere su di lei. Solo nel 1980 il divieto fu tolto. Con l’imprimatur della Chiesa, padre René pubblicò Un Amour extraordinaire: Yvonne-Aimée de Malestroit. È morto domenica 10 settembre.
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