
Un motivo valido (e poco noto) per celebrare la nascita di Beethoven

Oggi è senza dubbio il giorno più adatto per riproporre un quesito assai noto nell’ambiente pro-life (fuori, stranamente, molto meno) e molto significativo, che è il seguente: una donna ha la tubercolosi, e il padre la sifilide; insieme i due hanno avuto e generato quattro bambini – il primo bambino è nato cieco, il secondo è nato prematuro, il terzo era sordo e muto, il quarto è nato con la tubercolosi – ed ora ne aspettano un quinto: raccomandereste loro di abortire? Se la risposta è affermativa, sappiate che non sarebbe mai nato Beethoven (1770 –1827).
È proprio lui, infatti, il bambino della coppia poc’anzi ricordata. Ovviamente questo nessuno – tanto meno Google, che oggi prevedibilmente festeggia i duecentoquarantacinque anni della nascita del genio musicale con un doodle molto accurato – lo evidenzia, ma prima di lanciarsi in incaute celebrazioni, e posto che il diritto alla vita del figlio concepito sarebbe egualmente inviolabile anche se avesse un futuro meno luminoso davanti a sé, non sarebbe male informarsi. Si potrebbero, appunto in questo caso, scoprire cose che aiutano a vedere non solo la musica, ma la vita stessa da un altro punto di vista.
PS. Mi viene fatto osservare – e per amore di verità lo riporto – che in realtà Beethoven non era l’ultimo figlio, ma il secondo figlio. È vero – com’è scritto – che la madre aveva la tubercolosi (che fu causa della sua morte, di quella di un’altra sua figlioletta tanto che Beethoven stesso, all’epoca ancora diciassettenne, si convinse di averla, cfr. Rolland R. “Vie de Beethoven”, 1903), mentre la sifilide del padre, uomo alcolizzato e sprecone, non è provata. In ogni caso ciò non toglie – per dirla con O’Shea – che «non era famiglia felice e certamente non era adatta ad un bambino geniale» (“Musica e medicina”, EDT, 1991, p. 37). Una di quelle, insomma, alle quali oggi molti non augurerebbero neppure un figlio. E invece…
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4 commenti
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Suggerisco, per i veri appassionati, la visione di “Io e Beethoven”: straordinario nel mettere in risalto la ricerca della perfezione musicale (non nella 9^ sinfonia ma nella grande fuga – refrain nella colonna sonora del film); incredibile, nella figura dello stampatore dei suoi spartiti che non capiva il salto spazio-temporale fatto dal GENIO con la sonata 111 (un lampo di swing nel mondo romantico) ma che al tempo stesso gioiva della prima esecuzione della “Nona”.
Ascoltatelo nelle sue 9 sinfonie (Dresda, R. Chailly): scoprirete un GENIO trasfigurato!!!!!
Buona visione e Buon Natale
Vero : per me il jazz lo ha inventato Beethoven con la 111.
Occorre riflettere sul fatto che Beethoven , sordo dai vent’anni in su , non ha mai udito le sue sonate (Patetica Chiaro di Lana Appassionata Aurora o Addii…Hammerklavier…ecc..) ne’le sue sinfonie :Beethoven non ha mai sentito la Nona Sinfonia….ma le sentiva dentro …e la sua sofferenza si e’trasformata in gioia …come Cristo che e’risorto solo che Beethoven ha sperimentato dentro di se’ questo mistero della vita , il dolore che si trasforma in gioia finale…e’un miracolo…Beethoven e’ stato ed e’poco tuttora un miracolo vivente…
Beethoevn e’ la prova evidente che la consistenza di un uomo e’ nel suo spirito , nell’anima e non nel corpo.
Ecco.perché’ bisogna salvare prima l’anima per salvare l’io con il corpo.
Beethoven resto’presto orfano di madre , raccatto’suo padre morente in un’osteria,
in precedenza lo fece interdire perdite usufruire della sua pensione per mantenere i fratelli , infine iniziato ad accusare la sordità prima dei vent’anni al fiorire della sua attivita’di musicista , e a questo punto chiunque , qualsiasi normale mortale si sarebbe cercato un impiego alle poste o come cameriere visto chevdoveva anche mantenere i fratelli.minori.
Continuo’imperterrito a fare il.musicista ecrousci’ a portare a termine il suo impegno di mantenere fratelli dimostrando anche un senso pratico del vivere che pochi hanno.
Si innamoro’spesdo sempre di donne aristocratiche che non.l’avrebbero mai sposato solo per motivi di casta sociale e un suo.amico confermo’ che visse sempre castamente.
Mori’facendo.la Comunione.
Penso che nessun uomo avrebbe potuto vivere cos”basandosi solo sulle sue forze.
Gente come lui e’la prova chiara che il divino esiste consiste e agisce.
Per questo oggi i deboli vogliono farli fuori perche’in essi si dimostra che l’uomo.moderno con tutto il suo sapere vela sua tecnologia avanzata in fondo e’una cacca e invece attraverso i deboli Dio puo’tutto ed e’tutto.
Non a caso a Bruxelles hanno scaraventato via Gesu’Bambino : a chi puo’far paura un neonato se non a un uomo moderno ? Quel.Bambino erappresentato per loro l’evidenza della loro nullita’e della grandezza invece di Dio