
Un mattone per il Papa. «Francesco aiutaci»

Un avvocato pakistano che si batte per i diritti umani delle minoranze perseguitate, Aneeqa Anthony, ha offerto ieri a papa Francesco, durante l’udienza generale in piazza San Pietro, un mattone «simbolo delle sofferenze di tutti gli schiavi cristiani» del Pakistan.
BRUCIATI VIVI. Il mattone è stato cotto dai tre figli di Shama Bibi e Shehzad Masih, gli sposi cristiani che nel 2014 sono stati presi da una folla inferocita di 1.000 musulmani, picchiati con bastoni, legati con una corda a un trattore, trascinati lungo una strada piena di pietre e sassi, cosparsi di benzina e gettati in una fornace per cuocere i mattoni, dove sono bruciati vivi. La coppia, che lavorava in una fabbrica di mattoni nel villaggio Chak 59, era stata accusata di blasfemia per aver bruciato una pagina del Corano e non aveva voluto convertirsi all’islam.
«CRISTIANI SCHIAVI». Papa Francesco ha preso il mattone e ha ascoltato la loro storia. L’avvocato ha chiesto aiuto al Papa, come riporta la versione tedesca di Zenit: «Questo dono modesto del mio paese è stato fatto dai bambini schiavi che, come molti cristiani, lavorano in una fabbrica di mattoni. Sono stati costretti a vedere i loro genitori bruciati vivi da una folla fanatica. (…) I miei colleghi e io abbiamo fatto mettere in carcere i sospetti e non siamo più al sicuro a casa nostra. Il Pakistan non è un paese sicuro: per i cristiani come noi e soprattutto per i figli di Shama e Shehzad. Aiutaci».
Il 16 aprile il principale sospettato per il linciaggio dei coniugi, il proprietario della fabbrica, è stato liberato su cauzione tra le proteste della comunità cristiana, che ora teme la sua vendetta. L’avvocato Aneeqa Anthony riceve minacce di morte da più di sei mesi.
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