Ukulele Songs di Eddie Vedder: non comprate questo disco

Di Carlo Candiani
07 Giugno 2011
Un disco senza un perché. Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, "regala" al pubblico 35 minuti di tiritere ripetitive, micidiali ritornelli e un fastidioso ukulele che accompagna una voce stentorea. Meglio risparmiare i soldi

Questa volta Eddie Vedder l’ha combinata veramente grossa, realizzando uno dei dischi più brutti della pluri decennale storia del rock. Convinto di riconfermarsi in stile “unplugged”, dopo il buon esito artistico e di pubblico della colonna sonora di Into the Wild, una serie di fascinose ballate per sola voce e chitarra, cantate con passione ed evocatrici degli scenari naturali, vertiginosi co-protagonisti del film di Sean Penn, con un imperdonabile peccato di onnipotenza, il leader dei Pearl Jam, si ripresenta con un lavoro pretenzioso, inspiegabile, al limite della presa in giro ai suoi numerosissimi estimatori.

 

 

Ukulele Songs: 35 minuti abbondanti di fastidiosi “dlen dlen” di un solitario ukulele che accompagna la voce inutilmente stentorea in brani senza capo nè coda, tiritere ripetitive e noiose che rasentano l’accidia, micidiali ritornelli che lasciano sgomenti anche l’ascoltatore più paziente.

 

Una vera frode perpetrata ai danni del fruitore musicale. Un cd senza un perchè, una giustificazione: solo un capriccio che Vedder ci poteva risparmiare, dopo anni di onorata carriera sugli scudi del grunge. Certo non è così che si uscirà dalla crisi del rock e delle vendite dei cd! Morale della favola: state lontani da questo prodotto e i vostri soldi conservateli per qualcosa che valga veramente la pena; forse il prossimo cd solista o con il fidato gruppo di un Eddie Vedder, finalmente rinsavito.

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