
Udienza generale, Papa: «Pregate per scoprire cosa Dio vuole da voi»
«Quando le decisioni si fanno urgenti e complesse, la preghiera di Gesù si fa più prolungata e intensa. Nell’imminenza della scelta dei dodici apostoli, ad esempio, Luca sottolinea la durata notturna della preghiera preparatoria di Gesù: “In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici”». Per scoprire che cosa Dio chiede a ognuno è necessaria la preghiera: questo il tema dell’Udienza generale di oggi affrontato da Benedetto XVI.
«Oggi – ha detto il Papa – i cristiani sono chiamati a essere testimoni di preghiera, proprio perché il nostro mondo è spesso chiuso all’orizzonte divino e alla speranza veicolata dall’incontro con Dio». Per imparare a pregare, il Papa ha indicato la figura di Gesù e i passi del Vangelo in cui prega Dio. «Discendendo allora nel fiume Giordano, Gesù, senza peccato, rende visibile la sua solidarietà con coloro che riconoscono i propri peccati, scelgono di pentirsi e di cambiare vita». Ed è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che Gesù prega per capire quale sia il disegno buono del Padre. «Le fatiche non bloccano Gesù. I Vangeli, anzi, lasciano trasparire una sua consuetudine a trascorrere in preghiera parte della notte. L’evangelista Marco racconta una di queste notti, dopo la pesante giornata della moltiplicazione dei pani: “E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra”».
Dall’assiduità nel pregare di Gesù, continua Benedetto XVI, ogni cristiano «deve imparare, sempre di più, ad entrare in questa storia di salvezza di cui Cristo è il vertice. Ognuno deve rinnovare davanti a Dio la decisione personale di aprirsi alla sua volontà, chiedere a Lui la forza di conformare la propria volontà alla sua, in obbedienza al suo progetto di amore su di sé». Imparare nuovamente a pregare «è un dono di Dio che però esige impegno e continuità da parte nostra», dice il Papa. Perciò, ha concluso Benedetto XVI, «educhiamoci ad un rapporto con Dio intenso, ad una preghiera che non sia saltuaria, ma costante, piena di fiducia, capace di illuminare la nostra vita, come ci insegna Gesù. E chiediamo a Lui di poter comunicare alle persone che ci stanno vicino, a coloro che incontriamo sulla nostra strada, la gioia dell’incontro con il Signore, luce per l’esistenza».
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