
Udienza generale, Papa: un santo da imitare per la nuova evangelizzazione
Benedetto XVI ha incentrato l’Udienza generale di oggi sul bisogno di rievangelizzazione attraverso un santo che operò in un tempo che, come oggi, è caratterizzato da povertà spirituale. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, autore della celebre canzone “Tu scendi dalle stelle”, visse nei quartieri più poveri di Napoli, dove nacque da famiglia nobilissima nel 1696.
Divenne grande avvocato. Il più importante del foro di Napoli, ma davanti alla corruzione e all’ingiustizia presenti negli organi giudiziari decise per il sacerdozio. Il Santo Padre ha ricordato oggi come ai tempi di Alfonso «si era diffusa un’interpretazione molto rigorista della vita morale anche a motivo della mentalità giansenista che, anziché alimentare la fiducia e la speranza nella misericordia di Dio, fomentava la paura e presentava un volto di Dio arcigno e severo, ben lontano da quello rivelatoci da Gesù».
Per questo motivo il Papa ricorda che il santo «ai pastori d’anime e ai confessori raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana… Nella nostra epoca, in cui vi sono chiari segni di smarrimento della coscienza morale e – occorre riconoscerlo – di una certa mancanza di stima verso il Sacramento della Confessione, l’insegnamento di sant’Alfonso è ancora di grande attualità».
Egli, inoltre, evangelizzando i quartieri miseri generò un movimento di popolo che la sera si riuniva nelle case a pregare. «Quando queste riunioni vennero tenute nelle cappelle della città – ha detto Benedetto XVI – furono una vera e propria fonte di educazione morale, di risanamento sociale, di aiuto reciproco tra i poveri». Queste furono chiamate “cappelle serotine “ e secondo il Papa «appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci per costruire una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale».
Scriveva sant’Alfonso: «Dio non nega ad alcuno la grazia della preghiera, con la quale si ottiene l’aiuto a vincere ogni concupiscenza e ogni tentazione. E dico, e replico e replicherò sempre, sino a che avrò vita, che tutta la nostra salvezza sta nel pregare». Di qui il suo famoso assioma: «Chi prega, si salva». Il Papa ha infine concluso con il richiamo di Alfonso alla santità come accessibile ad ogni cristiano «per vivere con gioia il nostro essere cristiani nelle semplici azioni di ogni giorno».
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