Ucraina. Obama fa il grosso con Putin, ma l’Europa dovrebbe pensarci bene prima di assecondarlo

Di Redazione
26 Marzo 2014
Il presidente Usa minaccia la Russia: «L’azione militare può essere giustificata». Berlusconi: «Decisione avventata». La questione energetica lituana (e italiana). Un interessante editoriale sul Corriere

«Ci sono momenti in cui l’azione militare può essere giustificata». È forte e sibillina la minaccia che il presidente Barack Obama lancia all’indirizzo di Vladimir Putin. «Sta alla Russia agire in modo responsabile dimostrandosi disponibile a rispettare le norme internazionali: se non lo farà dovrà aspettarsi costi ulteriori», ha detto ieri in una conferenza stampa a margine di un incontro all’Aja. Il presidente americano ha così esplicitato la sua strategia che, ha detto, è pronta ad «andare oltre» le sanzioni. «Ci stiamo organizzando in modo ancora più intenso per fare in modo che ci siano piani di emergenza e tutti gli alleati abbiano delle garanzie. Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada: questa è la Nato», ha proseguito Obama. «Ogni alleato della Nato ha la rassicurazione che tutti noi, inclusi gli Stati Uniti, ribadiamo pieno sostegno al concetto di difesa collettiva previsto dall’art.5 del Patto Atlantico». Il presidente Usa ha ribadito di non riconoscere l’annessione della Crimea.

BERLUSCONI: «DECISIONE AVVENTATA». Silvio Berlusconi, invece, ha spiegato che la decisione di escludere la Russia dal G8 è «antistorica e controproducente». Per il leader di Forza Italia, che molto si è speso negli anni passati per avvicinare Usa e Russia, tale decisone è stata «avventata». «Questo – ha detto – contraddice il lungo e ponderoso lavoro diplomatico portato avanti dall’Italia e dai Governi da me presieduti per includere a pieno titolo la Russia nel consesso delle democrazie occidentali. Sono stato io, infatti, nel ‘94 a invitare per primo il Presidente Eltsin al G7 di Napoli e nel 2001 a trasformare il G7 in G8 con il Presidente Putin a Genova. E ancora nel 2002 a volere e a concludere l’alleanza strategica tra la Nato e la Russia celebrata al vertice di Pratica di Mare».

QUESTIONE ENERGETICA. Il ministro dell’Energia della Lituania Jaroslav Neverovic ha chiesto ieri al Senato americano di velocizzare il processo per autorizzare il paese ad esportare il suo gas in Europa. L’obiettivo, come riporta la Bbc, è tagliare i rifornimenti russi: «Poiché Mosca è il nostro unico fornitore ci fanno pagare il 30% in più per il gas naturale rispetto agli altri paesi europei. Questo non è giusto, abusano del loro monopolio».
Se gli Stati Uniti esportassero il loro gas verso l’Europa, nei prossimi cinque anni potrebbero minare i guadagni russi sul gas del 30 per cento. Ma secondo Edward Chow, membro del Centre for Strategic and International Studies, l’export russo è «due volte superiore» ai sette progetti di esportazione che gli Usa vorrebbero realizzare nei prossimi dieci anni. «Di sicuro – afferma l’esperto – un aumento nell’esportazione di petrolio e gas da parte di Stati Uniti e altri paesi ridurrà nel tempo il peso dell’export russo, ma questo non avverrà rapidamente». Per minare davvero l’impero energetico di Putin, l’Europa dovrebbe sviluppare le sue stesse risorse di gas naturale «perché Mosca esporta l’80 per cento del suo gas e petrolio in Europa». Ma questo, almeno in Italia, è molto difficile.

putin-tempi-copertinaTERRE DI COABITAZIONE. Sul Corriere della Sera, va segnalato un interessante editoriale di Alberto Melloni. «Gli Stati Uniti – scrive – pensano il mondo come una madre patria che (con le sole eccezioni di Pearl Harbor e dell’11 Settembre) vive al sicuro mentre la sfera di influenza della superpotenza finisce su confini netti, al di là dei quali sta il nemico. È la logica delle linee tirate su un parallelo o in mezzo a una città come Berlino: linee che quando diventano strategia portano a pensare alla Nato come a un’entità che “deve” arrivare al filo di ciò che le è estraneo». Al contrario, «l’Europa ha imparato proprio dalle guerre di religione da cui fuggirono i Padri pellegrini, il valore delle terre di coabitazione. Quegli spazi che distanziano i confini e permettono di pensare i passaggi, talora di costruire ponti: come l’Ucraina che per questo motivo l’Europa di Prodi non voleva nella Nato».
Il punto, conclude Melloni, è che quella «americana e quella europea sono due visioni difficilmente conciliabili: fra le quali il papato non è neutrale. La sua visione è quella “europea”: anche oggi con un Papa argentino e un segretario di Stato cresciuto alla scuola di Casaroli. Com’è stata contraria all’intervento in Siria a ottobre, così la Chiesa cattolica è contraria alla strategia della tensione generata oggi in Ucraina. Non per un interesse, ma per una sapienza della pace di cui tutti dovrebbero tener conto, anche Obama».

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10 commenti

  1. diabolik

    Una camicia di forza anche per togliatti… ah ah ah

  2. giovanni

    Purtroppo per noi, non passerà molto tempo, il premio nobel per la pace obama mostrerà il suo vero volto, che è quello di essere un guerrafondaio. E putin, anche senza il premio nobel, non lo è da meno.

    1. Gaia

      Dimenticate che il Papa ha affidato il mondo alla Madonna: c’è stata una notte di preghiera mondiale per questo. Non temete, non scoppierà nessuna guerra mondiale. Ci saranno conflitti e tensioni, ma nessuna guerra mondiale, anche perchè, come sanno tutti, la successiva guerra “si combatterà con pietre e bastoni”.

      1. filomena

        Si e anche l’invasione delle cavallette…. ma cosa c’entra Madonna? Auguriamoci che Putin rinsavisca dai suoi deliri della grande Russia. I nazionalismi non hanno senso.

        1. diabolik

          filomena come al solito non ha capito un ca..o ! ah ah ah

  3. Alex

    Ancora una volta si registra il doppiopesismo di questo giornale, degno dell’Unità d’altri tempi: se Obama fa il mollaccione (per esempio con la sua strategia complessiva di politica estera di progressivo “ritiro” e disimpegno dai teatri in cui l’America è stata impegnata finora nel mondo), è un mollaccione. Se prova a rispondere come avrebbe fatto Bush, fa il grosso in maniera imprudente. Ora ripeto, non sopporto Obama ed anch’io lo considero sbagliato su quasi tutta la linea, ma in questo caso che faccia la voce grossa ci sta (anzi, è il minimo: il vero problema è che sarebbe incapace di far seguire i fatti alle parole). E Putin sicuramente ha un’intelligenza politica e strategica, in questo momento, dieci volte superiore a quella dei governanti europei ed americani, non si può non riconoscerlo; ciò non toglie che è il suo operato prepotente e aggressivo è una diretta minaccia alla pace. Ma di nuovo, su questo, qui si fanno orecchie da mercante, perchè sono tutti innamorati dell’uomo-forte.che-è-contro-i-matrimoni-gay. Vista molto corta.

  4. Saverio

    E’ così, in effetti, Augusto.
    Sino a qualche anno fa gli USA avevano la iattanza dei vincitori per antonomasia.
    Ora che stanno perdendo il controllo, ora che si accorgono che è (ri)sorta una potenza che può tener loro testa, sono ormai in preda alla smania, alla follia, alla fobia più cieca.
    Che la III GM sia alle porte è pacifico: si tratta solo di sapere quando.
    Dies certus an, incertus quando dicevano i latini.
    Ciò che sgomenta è che una potenza dalle mani che grondano sangue e violenza – dalla Libia, all’Irak, dall’Afghanistan, alla Siria, dove fiancheggiano belve feroci pur di abbattere Assad – sia così priva del senso del limite.
    I nostri media, i nostri politici, hanno d’altronde una responsabilità immane nel tenere parti tanto lorde quanto quelle degli USA.
    Se un colosso è demente e violento e tu, anziché cercare di farlo ragionare, lo galvanizzi, questi sono i risultati: altro sangue; anzi,un macello globale.
    La Bonino in Siria, come Berlusconi ai tempi della guerra di Georgia provocata a bella posta da USA ed Israele, tramite Shakasvilij, fantoccio di Soros, sono stati due singolarissime eccezioni nel panorama nazionale e soprattutto internazionale.
    Berlusca, pur con tutte le sue magagne, non intendeva avventurarsi neppure nel disastro libico, in cui la Francia ha prestato la faccia e gli USA hanno fatto la vera guerra, come raccontano le cifre dei costi bellici.
    Comunque, tornando a noi, gli USA, affettando correttezza e volontà di giustizia, hanno il coraggio di lamentare la gravità dell’invasione della Crimea, e ventilano pertanto l’ipotesi di un intervento militare (III GM, appunto).
    E la memoria corta dei popoli occidentali ha scordato che sin dalla seconda metà degli anni 2000 lo scopo esplicito degli USA era quello di mettere la NATO in Ucraina: per occludere definitivamente con mezzi bellici vari i confini russi, si aggiunge.
    Ha scordato che Putin vedeva (e ovviamente vede) come fumo negli occhi questo accerchiamento.
    Non intende, l’Occidente, che la posta in gioco in Crimea ed in Ucraina non è una regione, ma la chiusura degli sbocchi sul mare della Russia (idem in Siria) e l’accerchiamento missilistico dell’Heartland, che rende molto più agevole la notissima (in chi mastichi qualcosa di geopolitica e di materia bellica) dottrina americana del primo colpo (nucleare, ovviamente).
    D’altronde se un bue (USA) muggisce minacciosamente, dando del cornuto ad un asino (Russia), è appunto perché nella sua smania di sopraffazione ha perso la testa.
    E con quella il senso delle cose.

    1. TtoTM

      Grandissimo Saverio !!!!!

      Sottoscrivo t u t t o !

      Obama sta dando fuoco alla miccia che fara’ esplodere l’Europa e noi ci saremo in mezzo!

      Chi ci difendera’?!?! : i gay !?!?!?!?!

    2. augusto

      Bella , Saverio !

  5. augusto

    Il governo americano è ormai in mano a dei folli pericolosi.

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