
Ucraina, autoproclamata nuova repubblica indipendente
Da una settimana sembrava essersi tranquillizzata la situazione in Ucraina, ma gruppi composti da centinaia di insorti filorussi oggi hanno occupato alcuni edifici pubblici nella regione orientale del paese, o si apprestano a prenderne altri. Le occupazioni sono iniziate di fatto ieri, in particolare nella città di Donestk, dove i filorussi hanno “preso” l’edificio dell’amministrazione centrale, e dove oggi gli stessi gruppi hannno proclamato la nascita di una “Repubblica popolare indipendente” da Kiev.
FORSE UN NUOVO REFERENDUM. Le occupazioni sono avvenute anche nella città orientale di Lugansk, dove addirittura è stata prese la sede dei servizi segreti. Gli insorti autori di tutti questi blitz oggi hanno anche annunciato che l’11 maggio si terrà un referendum sull’indipendenza (come quello avvenuto in Crimea) per tutta la regione orientale dell’Ucraina. Oggi nella zona arriverà anche la leader della rivoluzione arancione, Yulia Timoshenko, in partenza per Donetsk: Timoshenko ha espresso il sospetto che dietro le occupazioni degli edifici di queste ore vi siano i servizi segreti russi, perciò ha chiesto al governo in carica a Kiev «misure efficaci».
IL PREMIER: «UN PIANO DI DESTABILIZZAZIONE». Lo stesso timore d’altra parte è stato espresso ufficialmente anche dal premier Arseniy Yatsenyuk, che ha accusato pubblicamente la Russia di «smembrare l’Ucraina». Per Yatseniyuk «C’è un piano di destabilizzazione, un piano di forze straniere per valicare i confini e impadronirsi del territorio del Paese, ma noi non lo permetteremo. Questo scenario è stato scritto dalla Federazione Russa e il solo scopo è quello di smembrare l’Ucraina». Il presidente ucraino Oleksandr Turcinov ha convocato per oggi una riunione di emergenza: ma la Nato ha rassicurato Kiev, spiegando che non ci sono stati «cambianenti significativi nel posizionamento delle truppe russe» nella frontiera orientale ucraina, nemmeno durante la proclamazione di indipendenza a Donetsk, anche se va detto che ad oggi la stessa Nato stima che la Russia mantenga sul confine 40mila uomini.
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