Ucraina, 4 osservatori Ocse liberati ma altri 4 rapiti

Di Chiara Rizzo
30 Maggio 2014
È stato rilasciato il gruppo di osservatori sequestrato martedì, ma è stato fermato un altro gruppetto. Intanto nelle regioni orientali gli scontri tra esercito e filorussi si intensificano. Washington: «Mosca sta effettivamente ritirando le truppe dal confine»

I 4 osservatori dell’Ocse rapiti nei giorni scorsi dai filorussi oggi sono stati liberati: proprio nelle stesse ore però l’Ocse ha comunicato di aver perso i contatti con un altro gruppo di 4 persone e un interprete che sono stati fermati a Severodonetsk, nella regione orientale dell’Ucraina.

I LIBERATI. Stamattina il leader del Fronte popolare di Lugansk Alexei Cmilenko ha comunicato di aver liberato il gruppo fermato martedì scorso: gli osservatori sono di nazionalità estone, turca, svizzera e danese e sono stati liberati «quando è stato appurato che sono rappresentanti dell’organizzazione internazionale e non agenti provocatori». Tuttavia i filorussi hanno ammonito che «non devono spostarsi se non accompagnati e con la documentazione adeguata».

SCONTRI CON L’ESERCITO. Proprio nella zona di Lugansk dove sono stati rapiti gli altri 4 osservatori Ocse intanto diventano più cruenti gli scontri tra l’esercito di Kiev e i filorussi. Ieri è stato abbattuto un elicottero dell’esercito e sono morti 14 soldati: il presidente Petro Poroshenko ha annunciato che i responsabili saranno trovati e puniti. Nella vicina Donetsk però i ribelli hanno circondato l’aereoporto della città – per il momento ancora controllato dall’esercito – e lanciato un ultimatum ai militari: «Lascino il nostro territorio o li attaccheremo».

USA: «LA RUSSIA RITIRA I SOLDATI». Intanto da Washington il segretario di Stato Usa John Kerry ha comunicato un’importante notizia: la conferma che la Russia sta ritirando i propri militari che si trovavano ammassati lungo la frontiera con l’Ucraina. Allo stesso tempo Kerry ha denunciato l’ingresso in Ucraina di combattenti ceceni filorussi. Da Mosca il presidente Vladimir Putin ha espresso «seria preoccupazione per il proseguimento della spedizione punitiva» di Kiev nelle regioni orientali e ha auspicato che «le nuove autorità mettano fine all’uso della forza contro la popolazione civile».

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