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Tutti avrebbero bisogno del brutale affetto della nonnina pistolera di J.D. Vance

Di Emanuele Boffi
19 Gennaio 2025
Il vicepresidente statunitense coglie il punto quando capisce che l’origine del malessere è la mancanza di impegno con la vita che deriva da una mancanza di speranza. E che non si può sperare se non si è amati
Il vicepresidente statunitense J.D. Vance (foto Ansa)
Il vicepresidente statunitense J.D. Vance (foto Ansa)

Non tutti possono contare su una nonna che tiene in casa 19 pistole cariche. Bonnie, la mamaw di J.D. Vance, era un tipo così. A tredici anni lasciò il Kentucky perché incinta e si trasferì in Ohio, dove mise su famiglia, diede alla luce due figlie, fece i conti con un marito alcolizzato cui un giorno promise che, se si fosse di nuovo presentato ubriaco all’uscio di casa, gli avrebbe dato fuoco. E quando quello rincasò per l’ennesima volta barcollante lei andò a prendere in garage la tanica di benzina, gliela versò addosso, gli lanciò un fiammifero sul petto. Solo l’intervento della figlia undicenne riparò al peggio. Il padre di J.D. lasciò la moglie, lui e la sorella quando ancora erano bambini. La madre passò per anni da una dipendenza all’altra, da un lavoretto all’altro, da un uomo all’altro. Intorno a sé, J.D. vide «case in preda al caos. Almeno un membro della famiglia assume stupefacenti – a volte il padre, a volte la madre, a volte tutti e due. Nei momenti più difficili, ci pre...

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