Tutt’altro che declino, in un mondo che cambia

Di Irene Pivetti
13 Febbraio 2025
II contributo di Irene Pivetti (già Presidente della Camera dei Deputati) per il Lisander, in reazione ad un saggio del professore Paolo Soave (Università di Bologna) sulla crisi dell'Homo diplomaticus

Interessante analisi, quella del Prof. Soave sulla crisi della diplomazia, e certamente meritevole di alcune sottolineature, vista la ricchezza di spunti di riflessione che offre. Per porre la questione nella corretta prospettiva, desidero cominciare dal fondo del suo articolo, poiché è lì che si trova il corretto punto di partenza, nella sintetica e felice definizione dell’arte diplomatica come «intelligente e preziosa ancella» della politica.

Perché è di questo che stiamo parlando. Non avrebbe senso alcuna valutazione, né a maggior ragione la proposta di qualsiasi soluzione, prescindendo da una chiarezza di idee su questo punto: non esiste alcuna diplomazia a se stante, poiché essa è, per definizione, una delle declinazioni istituzionali necessarie a completare e garantire l’efficacia dell’azione politica, al livello delle istituzioni internazionali. Né se ne può valutare lo stato di salute a prescindere da questa sua fondamentale “dante causa”, strutturalmente a essa preordinata, e cioè la politica, appunto.

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