
Turchia, i funerali dei minatori di Soma. Proteste in tutto il paese
Uno sciopero nazionale di 24 ore per commemorare i minatori vittime della terribile esplosione di Soma, avvenuta martedì 13 maggio: si contano 282 vittime accertate, ma le operazioni di soccorso continuano, perché altre centinaia di persone sono ancora intrappolate a duemila metri di profondità.
FOSSE COMUNI. I funerali sono stati particolarmente drammatici: mentre venivano sepolti in fosse comuni i corpi delle vittime recuperati nelle prime 48 ore, davanti ai familiari distrutti, varie città della Turchia si sono fermate per rendere omaggio ai minatori. Tuttavia in quasi ognuna di esse sono scoppiati momenti di tensione con le autorità. A Smirne – la città più grande vicina a Soma – 20mila persone hanno partecipato alle manifestazioni in strada, vari sindacalisti sono stati ricoverati dopo gli scontri con la polizia, che ha usato gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla che protestava. Ieri il momento più drammatico è stato quando a Soma è arrivato il premier Receyyp Erdogan, accompagnato dall’establishment del paese: la folla considera queste istituzioni co-responsabili indirettamente della tragedia, perché troppo vicine ai magnati delle miniere e perché non sono stati mai capaci di imporre standard di sicurezza che tutelassero i lavoratori.
SCONTRO CON LE ISTITUZIONI. Alla vista del convoglio del premier, chi si trovava a Soma per assistere alle operazioni di soccorso e recupero dei colleghi o parenti vittime dell’incidente ha assalito le auto dei politici. Oggi che in visita si è recato il presidente Abdullah Gul, la polizia ha deciso di chiudere le strade nelle vicinanze della miniera per diversi chilometri, perquisendo ogni abitacolo in transito. Gul si è unito «al dolore dell’intera nazione turca», promettendo un’inchiesta sul fatto, proprio nelle stesse ore in cui i giornali hanno pubblicato una foto scattata ieri a un collaboratore di Erdogan mentre tirava un calcio ad uno dei parenti delle vittime, immobilizzato a terra dalla polizia. Un fatto che ha ulteriormente scaldato le proteste turche, che si sono susseguite in altre città, a Mersin e Antalya, ma anche a Istanbul, dove la polizia ha dovuto bloccare la manifestazione e chiudere un’arteria principale del traffico. Ad Ankara, la capitale, un migliaio di operai ha tentato di marciare fino al ministero del Lavoro, scandendo lo slogan «Il fuoco di Soma brucerà l’Akp», il partito di Erdogan.
LA DINAMICA. Intanto le operazioni di soccorso proseguono tra le difficoltà. Sarebbe stato un improvviso cortocircuito ad aver scatenato l’incendio e l’esplosione nella miniera, facendo saltare la corrente elettrica, bloccato gli impianti di ventilazione in profondità e gli ascensori che conducono ai corridoi. I soccorritori hanno messo in atto tutte le misure possibili per far giungere ossigeno sottoterra, anche attraverso un sistema di pompe, ma le speranze di trovare altri superstiti ormai sono poche o nulle.
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