Contenuto riservato agli abbonati

Turchia. «Davanti al terremoto, restiamo aggrappati alla speranza»

Di Leone Grotti
08 Febbraio 2023
La situazione nel paese è «catastrofica», gli aiuti faticano ad arrivare, «mancano cibo, acqua e corrente elettrica». Chiese e moschee sono state sbriciolate, ma «l'amore di Dio non finisce»
Una vista dall'alto di Iskenderun, Turchia, dopo il terremoto
Una vista dall'alto di Iskenderun, Turchia, dopo il terremoto

«Duemilacinquecento anni di storia di amore del Signore finiti in cenere». Così piangeva il responsabile della piccola comunità ebraica di Antiochia, antica di 2.500 anni e oggi ridotta a un pugno di fedeli, mentre veniva trasportato d'urgenza nell'ospedale rimasto in piedi più vicino alla città, a oltre duecento chilometri di distanza. Il devastante terremoto che ha squarciato la terra in Turchia, causando secondo stime ancora parziali 6.957 vittime, ha inferto ingenti danni alla piccola sinagoga di Antiochia e negli incendi che sono divampati a causa delle scosse parte dei rotoli della Torah sono finiti bruciati.
«Situazione catastrofica in Turchia»
Chiese, sinagoghe e moschee si sono sbriciolate «ma l'amore di Dio non finisce, continua in altro modo, anche se non è semplice riconoscerlo», dichiara a Tempi Maria Grazia Zambon, fidei donum della diocesi di Milano che da 22 anni vive e serve la popolazione turca, e in particolare la piccola comunità cristiana. Dopo sette anni passati ...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati