Tripoli, Gheddafi in piazza Verde: «Lotteremo fino alla morte per la Libia»

Di Redazione
25 Febbraio 2011
Il leader libico Muammar Gheddafi arringa la folla in un discorso dalla piazza Verde, a Tripoli, e annuncia: «Sconfiggeremo tutti, come in passato». Sono andati avanti tutto il giorno gli scontri a Tripoli, con decine di morti. Il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu invierà una missione in Libia per verificare gli abusi e ha sospeso la Libia

«Sconfiggeremo tutti, come abbiamo già fatto in passato». Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi in un discorso dalla piazza Verde, cuore della capitale. Inaspettatamente il Colonnello ha arringato la folla riunita in piazza a Tripoli, esortandoli a prepararsi a combattere per difendere la Libia e le sue risorse petrolifere.

Per questo il leader libico ha annunciato che saranno aperti i depositi di armi, che saranno a disposizione del popolo. Gheddafi parlava dall’alto della piazza Verde, da una sorta di fortino, inneggiando «il popolo che mi ama». Il rais ha promesso che «combatteremo i nemici se loro lo vorranno» perché «siamo pronti a trionfare sul nemico. Lotteremo fino alla morte per la Libia, la rivoluzione ha reso la Libia il leader del terzo mondo, vi chiedo di cantare ballare e gioire».

Durante tutto il giorno sono andati avanti gli scontri a Tripoli tra i manifestanti che cercano di conquistare la capitale e i soldati di Gheddafi. Ci sono stati decine di morti e feriti nei violenti scontri, secondo quanto riferito da una fonte medica ad Al Jazeera.

L’aeroporto internazionale di Mitiga, a Tripoli, è caduto nelle mani dei manifestanti. Secondo la tv araba Al Jazeera i militari che sono presenti al suo interno hanno aderito alla rivolta contro Muammar Gheddafi.

Per cercare di fermare le vittime della guerriglia i membri dell’Ue hanno raggiunto un accordo di massima per adottare l’embargo alla vendita di armi alla Libia, il congelamento dei conti e dei beni degli uomini del regime e un divieto di viaggio nei confini dei Ventisette. Le sanzioni contro il regime Muammar Gheddafi includeranno anche il divieto di vendere materiale antisommossa per la polizia.

Il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu ha adottato una risoluzione per inviare una missione in Libia per verificare le violazioni e gli abusi. Non solo. In attesa del rapporto il Consiglio, formato da 47 Paesi, ha deciso di sospendere la Libia.

Intanto continua l’evacuazione degli italiani che hanno chiesto di rientrare in patria. «E’ la nostra preoccupazione prioritaria» ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che con i cronisti alla Camera ha fatto il punto delle operazioni di rimpatrio. «Il C130 con gli italiani imbarcati a Shaba – spiega il ministro – è arrivato in Italia: è decollato alle 13.39, con a bordo 20 nostri connazionali, per lo più turisti e archeologi, su 28 passeggeri». Un secondo C130 è invece «ancora fermo a Tripoli, per problemi doganali: gli italiani in attesa sono una ventina».

A Misurata, la città conquistata nella notte dai manifestanti che non è raggiungibile per via aerea, si sono avvicinate le navi Mimbelli e San Giorgio: «Si tratta di un’operazione non semplice – ammette La Russa – i libici non volevano la nave militare e così si è trovato un accordo per dei tender che fanno la spola tra il porto e le nostre navi. A bordo ci sono già una settantina di connazionali, poco più della metà di quelli da imbarcare».

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