
Triplice omicidio di Motta Visconti, fermato il marito. Avrebbe confessato

È stato fermato alle 4 del mattino con l’accusa di triplice omicidio Carlo Lissi, 31 anni, il marito e padre delle donna e due bambini uccisi nella notte tra sabato e domenica. Lissi è stato fermato dai carabinieri del comando provinciale di Milano perché dopo un lungo interrogatorio, in cui sarebbe più volte caduto in contraddizione e avrebbe contraddetto anche quanto emergeva da altri testimonianze, avrebbe – secondo le indiscrezioni raccolte dai giornalisti – alla fine anche confessato.
INCONGRUENZE. Mentre stamattina nella villetta di Motta Visconti dove sono stati sgozzati Cristina Omes, 38 anni, Giulia (5) e Gabriele (20 mesi) è in corso il terzo sopralluogo dei Ris, dal comando provinciale emergono alcuni dei particolari che avrebbero creato i sospetti nei carabinieri. Lissi aveva dato l’allarme alle due della notte del 14-15 giugno, raccontando di essere rincasato intorno alle due, dopo aver visto la partita in casa di amici. Dopo un primo lungo interrogatorio sino alle 5 di ieri mattina, l’uomo era poi ritornato al comando provinciale nel pomeriggio. Ciò che non ha convinto gli inquirenti è stata una serie di elementi: il fatto che non fosse stata trovata l’arma del delitto nelle vicinanze, il fatto che non fossero stati risparmiati nemmeno i due bambini per un eventuale rapina di piccolissime dimensioni (sebbene fosse stata ritrovata la cassaforte aperta, non c’erano segni particolari di forzature, e mancava una cifra irrisoria in contanti) ma di estrema efferatezza (nella casa c’era molto sangue in giro), il fatto che dalle testimonianze degli amici fosse emersa una forte tensione tra i due coniugi. Gli amici e parenti sono stati convocati per tutta la giornata di ieri. La notizia della confessione di Lissi è stata confermata a Radio Capital anche dal sindaco di Motta Visconti Primo De Giuli: «Ha confessato orari, modalità, tutto».
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