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Se fossi il presidente Mattarella darei a Tempi un premio speciale alla testata per la pervicace capacità di speranza, in fondo anche papa Francesco l’ha riconosciuta dedicando alla speranza l’Anno Santo che coincide con i 30 anni di Tempi.
Che altro è Tempi se non l’ostinato desiderio di alcuni che una vita nuova e più vera l’hanno incontrata con l’amicizia con don Giussani e dentro gli intensi rapporti tra persone improbabili unite nella storia di Comunione e Liberazione, tesi a descrivere, incontrare, partecipare alle vicende del mondo con un dato di precarietà economica-organizzativa e una discreta coscienza della cattolicità?
Immensa speranza
I due noti fondatori, io e Amicone, nel 1994 eravamo perfetti per l’impresa. Io in carcere, già allora, e lui reduce dal fallimento economico del Sabato (uno dei pochi baluardi di libertà dell’epoca). Nella nostra corrispondenza carceraria avevamo ipotizzato l’esigenza della riscossa. Molte idee, pochi soldi, immensa speranza, sempre alla ric...
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