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Sul Sussidiario Giulio Sapelli scrive: «La transizione ecologica eterodiretta ha i suoi costi immediati e sempre più pesanti, in un contesto in cui il problema diviene quello della stessa sopravvivenza dell’impresa agricola. Sì, l’impresa agricola, questa sconosciuta creatura non studiata dagli economisti (eppure noi italiani abbiamo fatto da scuola al mondo con Arrigo Serpieri e la Scuola di Portici!), non raccontata dagli agronomi e rappresentata in forme che sono divisive quanto mai, in una segmentazione dei corpi intermedi che si aggregano a fatica intorno ai due grandi tronconi storici della Confindustria, da un lato, e della Coldiretti, dall’altro».
A un certo punto una parte delle nostre élite si è convinta che la storica divisione della società tra città e campagna non esisteva più, che si poteva costituire un governo parigino invece che francese, che Milano non doveva essere più integrata al suo contado, che la sinistra non era più quella dei lavoratori ma quella delle Ztl. C...
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