Tranquille donne, a difendervi al G7 c’era la “sex-tremista” Inna Shevchenko

Di Leone Grotti
28 Agosto 2019
Al vertice di Biarritz, il nuovo Comitato per l'uguaglianza tra uomini e donne nominato da Macron ha fatto le sue proposte. Tra le «personalità di alto livello» c'era anche l'attivista promotrice di un «femminismo misandro e cristianofobo»

Se c’era bisogno di una ulteriore conferma sul fatto che l’importante tema dell’uguaglianza tra uomini e donne è troppo spesso condito da un’insopportabile dose di ideologia e femminismo politicamente corretto, la Francia l’ha fornita.

Dopo aver assunto a inizio anno la presidenza del G7, Parigi ha nominato «esperti e personalità di alto livello provenienti dalla società civile internazionale» in seno al Comitato consultivo per l’uguaglianza tra donne e uomini creato dal Canada in occasione del precedente G7.

SHEVCHENKO, DI PROFESSIONE “SEX-TREMISTA”

E chi sono queste personalità di «alto livello» che hanno avanzato le loro proposte all’ultimo vertice di Biarritz? È sufficiente un nome su tutti:
Inna Shevchenko
, la sex-stremista leader delle Femen che è solita protestare contro l’oppressione patriarcale, maschile e cristiana della società a seno nudo.

Shevchenko è una delle otto femministe che il 12 febbraio 2013, per festeggiare la rinuncia di Benedetto XVI al soglio papale, hanno profanato la cattedrale parigina di Notre-Dame. Oltre a rendersi protagonista spogliandosi nuda di atti osceni e blasfemi nel luogo sacro, ha anche danneggiato una famosa campana ricoperta d’oro, esposta in occasione degli 850 anni di Notre-Dame, colpendola ripetutamente con un bastone e causando scalfiture di oltre un centimetro.

Nel 2015 la Corte d’appello di Parigi non solo ha assolto le Femen per l’atto vandalico e blasfemo, ma ha anche ordinato che venissero risarcite con 1.500 euro a testa perché i sorveglianti della cattedrale si sono permessi di fare il loro lavoro, trascinandole cioè fuori dalla cattedrale in modo energico.

ABORTIRE GESÙ PER DIFFONDERE IL FEMMINISMO

Le Femen guidate da Shevchenko sono anche famose in Francia per un altro episodio: una di loro, nel dicembre 2013, entrò in una chiesa parigina a seno nudo mimando davanti all’altare l’aborto di Gesù usando pezzi di fegato di vitello. La stessa leader femminista ha più volte dichiarato che accetterebbe «donazioni anche da Satana pur di diffondere il femminismo».

Se è questa l’idea di uguaglianza e femminismo che hanno la Francia e il suo presidente Emmanuel Macron non c’è da stupirsi se pochissime donne in tutta Europa si definiscono «femministe». Come rivelato da uno studio del King’s College di Londra, infatti, le donne europee tendono a rifuggire questa etichetta.

PERCHÉ MACRON «HA NOMINATO LEI?»

Buffonate come la nomina di Inna Shevchenko non fanno che danneggiare la causa femminista, come sottolineato in Francia da Agnes Cerighelli, presidente dell’associazione Iae au feminin: «Perché nominare la leader ucraina delle Femen al Comitato consultivo sull’uguaglianza? Questa attivista radicale, che parla un francese mediocre e difende un femminismo misandro e cristianofobo, non rappresenta in alcun modo il femminismo francese. Non fa che gettare discredito sulla causa delle donne».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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