
Topolino chiude la LucasArt, addio a Monkey Island e Guerre Stellari
Per un mito che rivive, un altro mito dice addio al mercato. Trattasi della LucasArts, la storica casa di videogiochi, acquisita di recente dalla Disney insieme alla LucasFilm per 4,05 miliardi di dollari. Nella serata di ieri, invece, la casa di produzione di Topolinia ha annunciato di mettere fine alle trasmissioni.
SUCCESSO E POLVERE. A dire il vero la notizia coglie di sorpresa solo fino a un certo punto. Da tempo la LucasArts naviga in cattive acque, nonostante i successi del passato, dalle avventure grafiche di Indiana Jones ai titoli dedicati alla saga di Star Wars. Tutto ha avuto inizio nel 2002, quando la LucasArts fece un passo indietro che contribuì alla sua rovina. Troppi i giochi dedicati a Star Wars, la qualità ne stava risentendo, e così la società decise di invertire la rotta a produrre almeno il cinquanta per cento di prodotti originali. Ma i buoni successi ottenuti in precedenza con la saga di Monkey Island e Indiana Jones non si ripresentarono e così, lentamente, la LucasArt cominciò a tornare indietro sui suoi passi, continuando a concentrare la sua produzione su Guerre stellari e su alcuni titoli di alterne fortune.
ADDIO. L’acquisizione da parte della Disney ha dato il colpo di grazia finale a un’azienda in difficoltà già da tempo, che non ha saputo reinventarsi e forse ha vissuto troppo di rendita. Anche i giocatori più fedeli la stavano abbandonando, sopratutto dopo il pessimo gioco del 2009, La guerra dei Cloni e il successivo gioco online The Old Republic nel 2011. Da oggi l’azienda smette di produrre internamente e affida i suoi progetti a squadre esterne, tra cui dovrebbero esserci anche Star Wars 1313 e Star Wars: First Assault, ufficialmente messi in stand by.
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