Toghe lucane: i flop di De Magistris e Santoro non spiacciono a Di Pietro

Di Emanuele Boffi
23 Marzo 2011
Trenta archiviazioni su trenta. Così si è chiusa l'inchiesta "Toghe Lucane" condotta dall'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, oggi in corsa per la poltrona a sindaco di Napoli. Cosa hanno da dire Il Fatto Quotidiano, Repubblica e Santoro, grandi sponsor di "gigino 'o flop"?

Bisogna fare i complimenti a Luigi De Magistris per aver fatto cifra tonda. Trenta archiviazioni su trenta. Così si è conclusa l’inchiesta, risalente al 2007, “Toghe Lucane” nella quale l’ex pm di Catanzaro, oggi eurodeputato dell’Idv, aveva ipotizzato un presunto “comitato d’affari” composto da politici, magistrati, avvocati e imprenditori, tutti – secondo l’accusa – coinvolti in oscuri traffici in terra di Basilicata.

Ha scritto nell’ordinanza il gip di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo che l’inchiesta era «lacunosa, inidonea, carente». Non solo, ma anche che non c’è bisogno di altre indagini perché «c’è un enorme mole di materiale probatorio già agli atti, che spazia dall’assunzione di informazioni all’acquisizione di documenti e intercettazioni». Manca, secondo il giudice, «il carattere fondamentale dell’esistenza di un qualunque accordo criminoso, volto a perseguire uno scopo comune che, peraltro, non si rinviene neanche nei singoli reati ipotizzati». Non esistono «elementi fattuali» in grado di «integrare in capo agli idagati tutti gli elementi costitutivi dei reati ipotizzati».

Se De Magistris si è trincerato dietro il «no comment» (sul suo sito la notizia nemmeno appare nella homepage), ha invece parlato uno degli accusati – e rovinati – dalla vicenda, l’ex pg di Potenza Vincenzo Tufano, che ha così dichiarato: «A quelli che hanno provocato questo terremoto e hanno dato dolore alle nostre famiglie e infangato l’onore della Basilicata dico: vergognatevi dinanzi agli uomini e pentitevi dinanzi a Dio».

L’ennesimo flop di De Magistris, che poi si è riciclato in politica nel 2008, dovrebbe far riflettere non solo su un modo, diciamo, “spensierato” di condurre le indagini, ma anche – come ha fatto notare ieri sera a Radio Londra Giuliano Ferrarra – comportare una retromarcia tra chi a quelle inchieste ha dato grande risalto. Parliamo di Michele Santoro, Il Fatto Quotidiano e Repubblica. E loro, niente da farsi perdonare? Come ha spiegato Ferrara, De Magistris «non sarebbe stato nessuno se avesse indagato scrupolosamente e con successo, se avesse impostato delle inchieste che mettevano capo a qualcosa di vero e concreto». Come per “Why Not”, anche per “Toghe Lucane”, sin dal principio si potevano sollevare dubbi sui modi di procedere dell’ex pm. Allora, non molti lo fecero. Anzi – sposata in toto le tesi dell’accusa – si fantasticò di incredibili e fantasmagoriche cricche esistenti, invero, solo nei sogni del pm.

E dunque? Chi ripagherà i “colpiti” da De Magistris? E Santoro, Repubblica, Il Fatto (ma anche, per altri versi, il Corriere della Sera) come spiegano ai loro lettori questa vicenda? Per ora, alcuni di loro, la spiegano così: il giorno dell’archiviazione, Il Fatto non ha dato la notizia.

De Magistris, intanto, cerca di riciclarsi a Napoli, inserendosi nella corsa a candidato sindaco per la città. Solo che, anche nel capoluogo campano, ha qualche gatta da pelare. I grillini hanno un loro candidato (di recente c’è stata una furiosa polemica tra De Magistris e Beppe Grillo con scambi di accuse su ville e ospitate tv) e Sel di Vendola ha deciso di appoggiare il candidato del Pd, Mario Morcone. Se questa volta il flop riguarderà in prima persona l’ex pm, c’è da giurarci che il meno dispiaciuto sarà un altro ex pm. Il cui cognome inizia per Di e finisce per Pietro. Non è un mistero, infatti, che negli ultimi tempi, contro l’ex eroe di Mani Pulite si era venuto a creare all’interno del “fronte giustizialista” una fronda che non gliene risparmiava una. Razzi e Scilipoti, una gestione padronale del partito, l’eterno ondeggiare tra urla di piazza e una politica assai “democristiana” sul territorio. L’area Santoro-Fatto-Micromega vedeva in De Magistris il nuovo astro nascente che avrebbe potuto sostituire l’ormai ex eroe. Ora, vedremo, se qualcosa cambierà.

 

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