Therese Coffey, il ministro inglese della Salute che fa impazzire i liberal

Di Daniele Meloni
10 Settembre 2022
Fuma il sigaro, è grassa (ma dirlo ai conservatori non è mai body-shaming), beve alcolici, è cattolica e antiabortista. E il suo è uno dei curriculum migliori del nuovo governo di Liz Truss, di cui è una fedelissima
Therese Coffey
Il nuovo ministro della Salute inglese, Therese Coffey (foto Ansa)

Quando Liz Truss ha nominato i ministri del suo governo, il coro dei commentatori politici ha rilevato all’unanimità come, per la prima volta nella storia, nei grandi “offices of state” – Downing Street, esteri, interni e finanze – non ci fossero “uomini bianchi”. C’è stato anche chi ha rimarcato che gli ultimi quattro Cancellieri dello Scacchiere sono stati tutti appartenenti a minoranze etniche.

Coffey, brillante ministro che ama bere e fumare

Ma se anche la stessa Truss è stata ricompresa sulla nostra tv tra le “donne bianche arrabbiate” (sic) a dare una ventata di politicamente scorretto alla composizione del suo Cabinet ci ha pensato Thérèse Coffey, il nuovo Ministro della Salute e Vice-Premier, alleata chiave del nuovo Premier nella sua corsa a Downing Street.

Già brillante ministro del Lavoro e delle Pensioni sotto Boris Johnson, Coffey non rappresenta esattamente l’immagine della salute – o meglio, del salutismo – ormai imperante in Occidente. È corpulenta, ama fumare il sigaro e bere alcolici. Chi la conosce dice che è anche una party-goer incallita e uno dei parlamentari che ravvivano le feste dei Tories, lontano dall’occhio indiscreto dei media.

È subito iniziata la caccia social alla Coffey

Subito, manco a dirlo, è iniziata la caccia social al nuovo ministro. Già, perché se l’occhio indiscreto della stampa non arriva alle feste dei Tories, quello dei cellulari è ormai ovunque. Tanto che la foto del nuovo ministro con sigaro, boccale di birra e vistosa chiazza di alcol derivante da una bevuta sulla maglietta ha fatto il giro degli account. In Inghilterra e non solo. Fosse stata un ministro laburista si sarebbe gridato al body-shaming. Nel caso di Coffey, invece, si è andati avanti come se nulla fosse.

«Non mi preoccupo di quanto esce sui social media», ha detto il nuovo ministro. Truss le ha affidato le prime interviste del nuovo esecutivo sui media. Martedì mattina alle 8 Thérèse era su Sky News e poi su Leading Britain’s Conversation a diffondere il nuovo verbo pro-crescita e tagliatasse del Primo Ministro.

Il rapporto stretto con Liz Truss

Il rapporto tra due nasce durante le campagne elettorali nel Norfolk, dove entrambe detengono il seggio, benché Coffey sia originaria di Liverpool, non proprio un feudo Tory. Truss era la più junior, ma anche quella con maggiori possibilità di arrivare ai vertici della politica britannica. Così, Thérèse l’ha seguita, consigliata, e, quando Johnson è stato estromesso dalla congiura dei suoi backbenchers, ha curato la sua campagna tra i colleghi di partito per farla arrivare al ballottaggio con Sunak. Un ballottaggio che sembrava tutt’altro che certo per Truss, insidiata fino all’ultimo da Penny Mordaunt, ora anch’essa ministro del suo governo.

Il problema sono le sue idee: cattolica, antiabortista

La questione per Thérèse Coffey è più politica che altro. E il body-shaming, così come le accuse dei competenti di Oltremanica di essere un «ministro della salute in sovrappeso» emergono perché il nuovo ministro ha delle idee che proprio non vanno giù ai progressisti. È cattolica dichiarata e ha detto di essere contraria all’aborto, seppure “non impedirebbe mai a una donna di abortire nel caso volesse farlo”. Laureata in Chimica a Oxford – come Margaret Thatcher – è una Scouser (nome degli abitanti di Liverpool) particolare. Ha affermato più volte che il thatcherismo ha fatto del bene alla sua città natale, nonostante gli scontri sociali nelle aree più svantaggiate come Toxteth e Croxteth durante quegli anni.

Tifosa dei Reds, è stata a Parigi per la finale di Champions League contro il Real Madrid e ha sostenuto le proteste dei tifosi contro le misure, considerte eccessive e sproporzionate, messe in campo dalla polizia francese.

Tra i Conservatori sono in molti ad ammirare la sua arguzia e la sua sensibilità politica. Di fronte a lei il compito quasi impossibile di riformare l’NHS, feudo laburista da sempre, peraltro. Nel programma che ha annunciato nel giorno del suo insediamento, dovrà rendere più operativo il servizio di ambulanze, tagliare le liste di attesa, riformare l’assistenza sociale, e assumere nuovi GP, i medici di base UK. Se ci riuscirà, c’è da scommettere che saranno gli inglesi e invitarla a bere al pub con loro, con buona pace del politically correct.

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