The Human Body Exhibition. Divulgazione scientifica o voyeurismo necrofilo?

Di Marco Margrita
02 Ottobre 2012
Polemiche su una mostra che ha il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia e città di Torino. Il professore Giacomo Giacobini: «Qui siamo oltre i limiti del decoro. Ogni cadavere è stato una persona».

Torino. Continua a far discutere, dopo l’apertura, lo scorso week-end, la scelta di ospitare in città, al Palaolimpico, la mostra “The Human Body Exhibition”. L’esposizione, visitabile fino al prossimo 13 gennaio, pur organizzata da privati (la torinese Livenation), ha il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia e città di Torino. Una scelta, questa, anche da ambiente universitari, fortemente criticata. In mostra più di 200 corpi e reperti anatomici di uomini e donne cinesi. I loro cadaveri sono stati trattati con la plastinazione, una tecnica inventata nel 1978 dal medico tedesco Gunther von Hagens. Polimeri di silicone ne hanno riempito il sistema vascolare fino ai minimi capillari. I corpi possono così essere conservati senza limiti di tempo nella loro interezza. Hanno i colori della persona vivente, sono inodori e possono essere atteggiati nella posizione desiderata al momento della plastinazione, procedimento che permette di mostrare con realismo impressionante muscoli, nervi, vene, ossa, singoli organi.

Quella allestita a Torino è la versione soft, più didattica a detta degli organizzatori, de “Worlds – The true world of the human body”, che propone corpi di condannati a morte fissati in pose quotidiane o nell’atto di praticare attività sportive e che fu scelta da Roma. È divulgazione scientifica, arte o speculazione sul voyeurismo necrofilo? Il fine didattico giustifica l’uso commerciale di cadaveri? Siamo davanti a una versione moderna delle medievali danze macabre con i loro memento mori e vanitas vanitatum?

Sono molti i giudizi negativi, giunti anche sulle pagine dei quotidiani cittadini. Ad esempio, il professor Giacomo Giacobini, tra i principali studiosi italiani di anatomia umana, disciplina della quale è docente ordinario all’Università di Torino, direttore del Museo di Anatomia, oltre ad essere presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici, stronca senza mezze misure l’iniziativa. “Il giudizio è totalmente negativo, e non parlo solo a titolo personale, bensì a nome di tutti i docenti torinesi di anatomia umana. Nessuno di noi intende averci nulla a che fare: abbiamo spedito al mittente ogni proposta di collaborazione”. Critiche tanto dal punto di vista scientifico che da quello etico, che il professore ha reso pubbliche con una dura intervista alla cronaca torinese di Repubblica. Evidenzia il professore: “Questa mostra viene presentata come valida e utile dal punto di vista didattico, ma così non è. Ho letto il pieghevole di presentazione, dove già non mancano grossolani errori: come affermare che gli impulsi nervosi viaggiano alla velocità della luce, una vera stupidaggine. Tempo fa mi è capitato di visitare a Roma la mostra sorella di quella che sarà presentata a Torino: ricordo che esposero un polmone di un fumatore accanto a quello di un non fumatore, e il primo era nerastro. Ma a una certa età tutti i polmoni diventano più scuri, anche se non si fuma. Rammento inoltre una serie di marchiani errori nella classificazione del tubo digerente, magari li avranno corretti, però rimango assai perplesso. Di certo non consiglierei questa mostra ai miei studenti”. C’è, poi, la questione delle pose dinamiche. “La fanno passare – aggiunge Giacomo Giacobini – per arte contemporanea, ma così non è. Come docente di anatomia ho il massimo rispetto per i cadaveri, e per la posa composta della morte. Qui siamo oltre i limiti del decoro. Ogni cadavere è stato una persona”.

Anche il divulgatore scientifico Piero Bianucci non è certo entusiasta della mostra. Spiega, riferendosi alla sua esperienza personale, in qualità di curatore dei testi del Museo Lombroso di antropologia criminale recentemente riaperto a Torino: “Anche lì si tratta di reperti umani, collezionati da un importante esponente del positivismo scientifico. C’è persino un vaso di vetro con il viso di Lombroso sotto formalina: un lascito che l’antropologo destinò alla scienza. Ci sarebbero state buone ragioni di documentazione storica per inserire questo materiale nel percorso del museo. Ma i curatori scientifici hanno deciso di custodire nel deposito questi reperti, a disposizione degli studiosi, non di un pubblico di cittadini che può essere meglio informato con altre soluzioni espositive”.

Sul fronte della “società civile” ha lanciare la mobilitazione è bimbonaturale.it, con una petizione perché la mostra sia vietata ai minori di 14 anni. “Intendiamo sensibilizzare i genitori perché – scrive nella petizione il portale che si occupa di educazione – tra gli obiettivi esplicitati dall’organizzazione (e purtroppo anche dai politici della città) vi è la visita da parte delle scolaresche. Ora, per capire che non si parla delle scuole superiori, ma di quelle inferiori (comprese le elementari) è sufficiente leggere le tariffe che non soltanto prevedono una riduzione del prezzo del biglietto da 8 a 18 anni ma la gratuità per bimbi al di sotto dei 6 anni. E infine i biglietti famiglia. Ecco, davvero non ci sono parole. Sulla grave inopportunità che i bambini siano portati a vedere una mostra di tal genere ci pare incredibile dover dare spiegazioni, talmente ovvie dovrebbero essere per chiunque. Invece siamo purtroppo certi che tantissime saranno le famiglie che con beota serenità ci andranno, magari credendo anche di offrire una buona opportunità culturale ed educativa ai piccoli”.

Critiche che non spostano il favore verso l’esposizione di chi l’ha patrocinata. Il tentativo, secondo questi, è quello di mescolare l’arte alla scienza. “Sorprendere per educare, anche alla prevenzione, ad esempio delle malattie causate dal fumo”, dice Donata Francese della Fondazione Umberto Veronesi, che insieme a Regione, Provincia e Comune dà il patrocinio all’evento. “Il dibattito fa sempre bene – afferma l’assessore regionale, Michele Coppola –, ma a nostro giudizio il valore divulgativo dell’esposizione è altissimo e merita un plauso”.

Articoli correlati

1 commento

  1. Tribute to Thomas More

    Stasera dirò una preghiera per l’anima straziata delle persone i cui corpi vengono esibiti come oggetti all’osceno viatico di visitatori inconsapevoli che saranno un giorno trattati esattamente allo stesso modo….

    Ai milanesi dico invece di passare in piazza Aquileia e di leggere una frase scolpita al tempo della peste di Manzoni:

    ” Quel che sarete voi, noi siamo adesso: chi si scorda di noi scorda sé stesso”.

    ( Cartiglio lapideo dell’Ossario dietro alla parrocchia del Fopponino, P.za Aquileia, Milano)

I commenti sono chiusi.