Tende sì, ma solo per selezionate cause “pacifiste”

Per i curdi, i sudanesi, gli iracheni, neanche una canadese a due piazze. È proprio vero che i morti «si pesano, non si contano»

Mio caro Malacoda, c’è tenda e tenda. Ci fu quella beduina di Muammar Gheddafi piantata nel bel mezzo di Villa Pamphili a Roma nel giugno 2009. Al rais libico in visita in Italia, oltre a concedere gratuitamente l’occupazione del suolo nel famoso parco romano, la Repubblica italiana consegnò anche cinque miliardi di dollari in riparazione per gli oltre trent’anni di colonialismo sulle sponde d’Africa.

Ci fu una tenda a Cassibile (Siracusa), dove il 3 settembre 1943 il generale Giuseppe Castellano firmò l’armistizio che sanciva la resa incondizionata del Regno d’Italia agli alleati. C’è stata una seconda tenda famosa, dopo quella di Abramo, nella Piana di Ur, nella quale il 6 marzo 2021 si è svolto un incontro interreligioso a cui era presente papa Francesco.

Ci sono oggi tende in prestigiose università americane, e non solo, a sostegno del popolo palestinese, vittima – a dire degli accampati – di un “genocidio” perpetrato da Israele: 3...

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