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Te Deum laudamus perché possiamo testimoniare Cristo nella persecuzione

Di Emmanuel Uchechukwo Okolo
31 Dicembre 2021
Il sangue è il sigillo del cristianesimo in Nigeria. Una fede che non soffre niente non vale niente. Nessuno desidera soffrire, ma in un mondo decaduto è inevitabile
Un uomo prega davanti alla statua di Maria della chiesa cattolica di St. Leo a Lagos, Nigeria, 28 marzo 2021 (foto Ansa)

Non fanno più notizia gli attacchi in Nigeria contro i cristiani indifesi e disarmati da parte dei pastori Fulani e delle milizie islamiste. Recentemente le barbare aggressioni hanno inflitto sofferenze e difficoltà indicibili a molte comunità dell’area di Zango Kataf, nello stato di Kaduna, e il governo attuale è visto quasi come incapace di arginare la minaccia o complice del caos.
Secondo Dan Chima Amadi (2017), gli attacchi dei pastori Fulani in Nigeria hanno raggiunto una dimensione talmente atroce che ormai sono interpretati come una guerra religiosa dissimulata condotta al fine di islamizzare il paese, ossia il completamento del jihad del XIX secolo. La traiettoria degli assalti pianificati si configura come un deliberato tentativo di islamizzare e conquistare la Middle Belt nigeriana, che è a maggioranza cristiana.
Un esempio emblematico sono i fatti atroci avvenuti nel Sud dello stato di Kaduna a opera dei fondamentalisti, che hanno colorato il cielo di rosso cremisi...

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