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Te Deum laudamus per l’intensità sperimentata in questi due anni di malattia

Di Emma Neri
03 Gennaio 2024
Mio marito, quando gli chiedo come sono stati questi mesi, risponde: «Belli, vero?». E non scherza. Sì, sono stati belli e vitali, appassionanti
Andrew Wyeth - Wind from the Sea, 1947

Sono viva. Ogni mattina, quando mi sveglio, guardo fuori dalla finestra e provo un brivido. Sono viva e guardare il mondo che si sveglia con me è bellissimo. Ogni mattina mi ricordo che Qualcuno mi ha fatto questo regalo. E provo la stessa commozione che emerge da un passo del diario di Andrej Tarkovskij, il Martirologio. Scrive dall’ospedale dove è ricoverato per un tumore ai polmoni, l’11 aprile 1986. Morirà pochi mesi dopo: «Un’immensa speranza è penetrata oggi nell’anima mia: non so come definirla, semplicemente come felicità. La speranza che la felicità sia possibile. Fin da stamattina le finestre della mia stanza d’ospedale sono inondate di sole. Ma la felicità non dipende da questo: ecco, è il Signore».
Sono passati quasi due anni da quando mi hanno detto che avevo un tumore al pancreas. Il medico era Francesco, un’amicizia che ho ereditato dai miei figli e che mi tengo cara. In quel momento, non avevo paura: forse ne aveva più lui, che sapeva di cosa parlava. Nell’ambu...

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