
Quindici giorni o quindici anni? Piccolo giallo sul decreto francese sulla Tav
Giorni o anni? Ieri, a fronte della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale francese del decreto che definisce «di utilità pubblica e urgenti» i lavori per creare un itinerario d’accesso al cantiere del tunnel della futura linea ad alta velocità Lione-Torino (nei pressi di Chambery, sulle Alpi francesi), i giornali, tempi.it compreso, hanno scritto di espropri entro quindici giorni. Il decreto riporta, però, la formula «entro quindici anni». Una discrepanza, fermandosi alla mera lettura, non da poco. E su cui il movimento No Tav ha immediatamente fatto leva.
TUTTO REGOLARE. Giungono oggi le precisazioni di Mario Virano. «Quanto contiene il decreto francese è in linea con quanto ho sempre sostenuto – commenta il presidente della Commissione intergovernativa franco- italiana sulla Torino-Lione – e non sono sorpreso. La realizzazione della Tav è una scelta strategica, di lungo periodo. Ogni volta che c’è qualche questione minimale, questa viene sempre vista, tra chi è contrario all’opera, come un’inversione di tendenza. Ma poi, alla fine, quando si devono prendere le decisioni, tutto procede regolarmente. Ogni volta che si aggiunge un mattone, come è il decreto francese, la costruzione della Tav prende sempre più corpo».
Il termine quindici anni, secondo Virano, è destinato a rimanere solo sulla carta. «Certo – mette in chiaro – perché le procedure di esproprio in Francia sono davvero molto agevoli. In alcuni casi, in accordo con i proprietari, si è già proceduto in questo senso, anche per quel che riguarda immobili industriali. Forti del fatto che in Francia hanno una procedura collaudata che riduce di gran lunga i tempi rispetto all’Italia».
NESSUN DUBBIO FRANCESE. Entro fine anno, annuncia Ltf, sarà organizzata la gara internazionale per affidare i lavori di realizzazione del collegamento tra le discenderie di Saint Martin La Porte e La Praz lunga 9 chilometri. Un cunicolo esplorativo, che avrà però le dimensioni di una canna del tunnel di base e per questo diventerà di fatto, la prima parte del tunnel di base di 57 chilometri. Per un costo di 550 milioni, la cui quota italiana è stata coperta da Rfi.
Secondo il vicepresidente della Commissione Trasporti al Senato Stefano Esposito (PD) questo decisione d’oltralpe, «pone fine a tutti i dubbi circa la reale volontà del governo francese rispetto alla realizzazione della Tav e conferma la bontà della scelta dell’esecutivo italiano di dichiarare l’area del cantiere di Chiomonte sito strategico di interesse nazionale».
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