Quindici giorni o quindici anni? Piccolo giallo sul decreto francese sulla Tav

Di Marco Margrita
27 Agosto 2013
Nel documento francese di parla di «anni», ma oggi Mario Virano ha chiarito che «le procedure di esproprio in Francia sono davvero molto agevoli»

Giorni o anni? Ieri, a fronte della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale francese del decreto che definisce «di utilità pubblica e urgenti» i lavori per creare un itinerario d’accesso al cantiere del tunnel della futura linea ad alta velocità Lione-Torino (nei pressi di Chambery, sulle Alpi francesi), i giornali, tempi.it compreso, hanno scritto di espropri entro quindici giorni. Il decreto riporta, però, la formula «entro quindici anni». Una discrepanza, fermandosi alla mera lettura, non da poco. E su cui il movimento No Tav ha immediatamente fatto leva.

TUTTO REGOLARE. Giungono oggi le precisazioni di Mario Virano. «Quanto contiene il decreto francese è in linea con quanto ho sempre sostenuto – commenta il presidente della Commissione intergovernativa franco- italiana sulla Torino-Lione – e non sono sorpreso. La realizzazione della Tav è una scelta strategica, di lungo periodo. Ogni volta che c’è qualche questione minimale, questa viene sempre vista, tra chi è contrario all’opera, come un’inversione di tendenza. Ma poi, alla fine, quando si devono prendere le decisioni, tutto procede regolarmente. Ogni volta che si aggiunge un mattone, come è il decreto francese, la costruzione della Tav prende sempre più corpo».
Il termine quindici anni, secondo Virano, è destinato a rimanere solo sulla carta. «Certo – mette in chiaro – perché le procedure di esproprio in Francia sono davvero molto agevoli. In alcuni casi, in accordo con i proprietari, si è già proceduto in questo senso, anche per quel che riguarda immobili industriali. Forti del fatto che in Francia hanno una procedura collaudata che riduce di gran lunga i tempi rispetto all’Italia».

NESSUN DUBBIO FRANCESE. Entro fine anno, annuncia Ltf, sarà organizzata la gara internazionale per affidare i lavori di realizzazione del collegamento tra le discenderie di Saint Martin La Porte e La Praz lunga 9 chilometri. Un cunicolo esplorativo, che avrà però le dimensioni di una canna del tunnel di base e per questo diventerà di fatto, la prima parte del tunnel di base di 57 chilometri. Per un costo di 550 milioni, la cui quota italiana è stata coperta da Rfi.
Secondo il vicepresidente della Commissione Trasporti al Senato Stefano Esposito (PD) questo decisione d’oltralpe, «pone fine a tutti i dubbi circa la reale volontà del governo francese rispetto alla realizzazione della Tav e conferma la bontà della scelta dell’esecutivo italiano di dichiarare l’area del cantiere di Chiomonte sito strategico di interesse nazionale».

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