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Taras Shevchenko e le lacrime di Kateryna

Di Fabrice Hadjadj
30 Settembre 2022
Un quadro che ci sfugge, una ragazza nel seno della quale i due popoli, quello ucraino e quello russo, fanno una sola carne – bastarda, originale
Kateryna Shevchenko

Taras ha posato la penna per riprendere il pennello. Ora indietreggia e guarda la tela che ha terminato. Che cosa c’è di più sorprendente per un artista della sua stessa opera? Esce da voi e non è per voi, fugge lontano dalle vostre intenzioni, soprattutto se è ben riuscita. Si distacca per correre nel vasto mondo, offrirsi agli occhi degli altri, diventare il loro specchio. Allora dopo l’ultimo ritocco vi allontanate e contemplate il vostro quadro come se fosse la prima volta. È vostro figlio offerto all’adozione del primo venuto. È la vostra stessa intimità che, spinta all’esterno, diventa questo essere strano: bastardo, originale (perebendia, si dice in ucraino).
In primo piano c’è una giovane in abito tradizionale, fazzoletto rosso sulla fronte, grembiule rosso sulla gonna a quadri che scende fino alle caviglie. Le sue palpebre sono abbassate. I suoi piedi sono nudi. Il suo ventre è arrotondato. Seduto a gambe incrociate, dietro di lei, sulla destra, un contadino dai lung...

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